Raul Castro poco fa ha promesso ai cubani che entro breve potranno comprarsi forni a micro onde, televisori (ma solo fino a 24 pollici), antifurto per auto e bici elettriche. Una piccola liberalizzazione per cercare di lenire il diffuso malcontento dell'isola. Il bene più prezioso, però, la libertà, non ha ancora diritto di cittadinanza sull'isola caraibica. Uno dei bersagli preferiti dal regime è Internet. La blogger più famosa dell'isola, Yoani Sanchez, ha fatto sapere che le autorità dell’Avana hanno prima bloccato e poi rallentato notevolmente l’accesso al suo blog dai computer dell’isola. Il blog della Sanchez, "Generacion Y", è stato visitato da 1,2 milioni di persone nel mese di febbraio. Ma questo successo evidentemente ha infastidito il regime che ha pensato bene di applicare dei filtri per rallentare l’apertura del sito (http://www.desdecuba.com/generaciony/).
E' una forma di censura subdola, perché il blog non è stato cancellato ma, di fatto, reso quasi impossibile da raggiungere. "Chi è quel cubano - si chiede la Sanchez - con un accesso limitato a internet disposto ad aspettare 15 minuti per vedere il mio sito?". Nel fine settimana i tentativi di aprire il sito dall’isola sono andati completamente a vuoto. L’operatore telefonico statale, Etecsa, è l’unico provider di internet di Cuba. Sin troppo facile, quindi, individuare di chi sia tecnicamente la "colpa", anche se il problema non riguarda tanto i server quanto la censura politica. Il regime non vuole che i cubani possano leggere cosa dice la Sanchez.
La Sanchez, una trentaduenne laureata in filosofia, ha conquistato un bel numero di utenti grazie ai suoi racconti sulla vita quotidiana a Cuba, che comprendono descrizioni senza censure delle difficoltà economiche e politiche che i cubani si trovano a dover fronteggiare tutti i giorni.
La blogger ha criticato il nuovo leader Raul Castro, succeduto il mese scorso al fratello malato Fidel, per le sue vaghe promesse di cambiamento e per i passi fatti per migliorare gli standard di vita dei cubani. "Chi è l’ultimo in coda per un tostapane?" era il titolo di uno degli ultimi interventi della Sanchez pubblicato sul blog per prendere in giro la decisione del governo di togliere il divieto di vendita di computer, lettori Dvd e altri elettrodomestici fra cui però non ci sono i tostapane, la cui vendita sull’isola rimarrà ufficialmente vietata fino al 2010.
In un paese dove la stampa è controllata dallo Stato e non esistono media indipendenti, la Sanchez ha trovato attraverso Internet uno sfogo per potersi esprimere in piena libertà. Era inevitabile, quindi, che il regime corresse ai ripari. "Questa boccata di aria fresca ha scompigliato i capelli a burocrati e censori", ha dichiarato la blogger in un’intervista telefonica in cui ha detto di voler continuare a scrivere il suo diario. Chissà se potrà continuare a farlo.