Sulle prime pagine dei giornali mondali, quelli che fanno da portavoce ai grandi del mondo, è calato il silenzio sulle vicende del Tibet. Nella lontana regione ai confini della Cina, palcoscenico di un indimenticabile film con Brad Pitt, 7 anni nel Tibet , la rivolta dei monaci tibetani è ormai stata oscurata dalla volontà di tutti i governi di non "guastare" i rapporti con il colosso Cina. Solo il presidente francese Sarkozy si è lasciato andare nel dirsi pronto a non recarsi in Cina per le Olimpiadi, subito contestato da fonti diplmatiche cinesi che lo hanno invitato a non mescoalre le Olimpiadi con la politica. Cosà farà Sarkozy lo sa lui e cosa faranno gli altri grandi della terra lo sapremo solo quando le Olimpiadi si inaugureranno. Ma quel che è certo è che le Olimpiadi sono "politiche" nel senso che celebrando esse il primato della concordia fra gli uomini attraveso lo sport mai potrebbero non avere significato politico, specie se celebrate in luoghi dove i diritti civilil i diritti umani, la libetà personale, sono ancora oggi negati a milioni e milioi di uomini. Nel recente passato ci sono state precise e significative prese di posizione in occasione di altre manifestazioni olimpiche, per esempio dell'America in occasione delal represisone sovietica nell'Afhanistan, per cui sarbbe poco comprensibile che per il Tibet, per gli uomi e le done e i giovani di quella sfortunata regione al confine asiatico si usasse un metro diverso. Il Tibet è oggi il simbolo della lotta poer la libertà civile e religiosa dei popoli, abbandonarlo al suo destino, e abbandonare al loro destini i suoi abitanti, sarebbe un gesto gravfe da parte dei popoli liberi e avrebbe anche un orrendo significato "commerciale" che fa a pugni con il valore della libertà. Il più profondo, il più importante, il più deterinate tra i Valori dell'uomo.