No, non è giusto far scontare a degli atleti ciò che non sanno affrontare l’Onu o comunque l’Occidente: ma fa niente, spero vanamente che il boicottaggio alle Olimpiadi alla fine ci sia lo stesso. E non solo alla cerimonia d’apertura: a tutti i giochi, una diserzione totale. Non è giusto, ma l’alternativa è il nulla: perché nulla di serio l’Occidente ha mai obiettato alla Cina (da lustri) e nulla di serio la Cina ha mai fatto per mitigare quell’inferno della Storia che è la sua mistura di comunismo e capitalismo. La verità è che la Cina se ne fotte: ha firmato la dichiarazione universale dei diritti umani, il Patto per i diritti civili e politici, la Convenzione contro la tortura del 1988, la Convenzione sui diritti dell’infanzia del 1992 (intanto celebrava esecuzioni di massa cui assistevano talvolta anche le scolaresche) e se ne fotte della proprietà industriale, dell’inquinamento, dei diritti sindacali, dei diritti umani anche basici, della libertà religiosa, della democrazia, del Parlamento Europeo, di tutto. Un boicottaggio potrebbe essere l’occasione per unire destra e sinistra in tutto il mondo, l’ultima illusione che la politica possa primeggiare sul mercatismo. Un boicottaggio alle Olimpiadi, prima che sbagliato, è l’eventualità meno improbabile tra quelle che, resta inteso, con ogni probabilità non verranno colte.