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 LA LEZIONE DALLE ELEZIONI DEL 13-14 APRILE Data: 16/04/2008
Appertiene alla sezione: [ Opinione ]
LA LEZIONE DALLE ELEZIONI DEL 13-14 APRILE

L'Italia politica, chiamata nuovamente alle urne elettorali per ridare al paese un nuovo governo, ha reagito sorprendendo le previsioni. Gli elettori hanno impartito a loro stessi ed ai partiti delle belle lezioni. Intanto, dopo appena due anni dalle ultime elezioni politiche ed un anno da una massiccia tornata elettorale per le amministrative, un calo dei voti di circa il tre per cento dalle politiche del 2006 vorrebbe farci pensare che sia stata la stanchezza ad indurre una certa parte dell'elettorato a disertare le urne. Il risultato ci indica invece una forte autocritica nei "disertori" , consci di aver commesso la volta scorsa errori da biasimare.
Gli estremismi di destra e di sinistra sono scomparsi dal Parlamento. I loro elettori tradizionali non credono più nella loro funzione ed hanno rinunciato al voto od hanno preferito la moderazione dei grandi schieramenti. La grande maggioranza dell'elettorato dal canto suo ha voluto dimostrare una volta per tutte che il tempo delle frastagliature partitiche è finito perché il prestigio e l'importanza della nazione non emergono dall'esibizionismo dei pseudo-leaders politici né dalle gare a chi raccoglie più privilegi ma dalla serietà dei impegni promessi in campagna elettorale. Sapevate ad esempio che una legge scriteriata consente tuttora a qualunque parlamentare di fondare un partito, anche di soli due elementi, e chiedere il finanziamento allo Stato?
Gli italiani si stanno avvicinando all'Europa ed agli Stati Uniti. Ambiscono anche loro a due soli grandi gruppi omogenei, chiari e semplici, il primo alla guida della nazione l'altro a tallonarlo in modo critico e costruttivo. Non ci siamo ancora perché al Senato vi saranno quattro formazioni e alla Camera cinque, ma questa è la strada del nostro futuro politico. Ecco la prima grande lezione che proviene da quest'ultima tornata elettorale. La seconda è l'abbandono delle inconsistenze.
Il secondo governo Prodi si è costituito solo in funzione anti-Berlusconi ed ha retto per due anni solo gridando "al lupo, al lupo!" ottenendo l'effetto contrario. Si spiega così il ritorno di Berlusconi. Se era previsto ha sollevato sconcerto per la forza della riconquista. Sulla scena politica internazionale non vi è analogia con il modo con il quale il Presidente Berlusconi è tornato al potere dopo un intervallo di governo coperto da uno schieramento di forze partitiche così eterogenee tenute assieme solo dall'anti-berlusconismo e dalla furia di potere.
La terza lezione è la disillusione dell'elettorato. La seconda repubblica italiana era nata nel febbraio 1992 con Tangentopoli, ovvero la sindrome del ladrocinio da parte dei partiti politici. Tutti credemmo che stesse per nascere davvero, sulle ceneri della vecchia Repubblica, una Repubblica italiana nuova. L'illusione durò poco ma a sostituirla non fu la reazione. Fu solo delusione e rassegnazione. Questa ultima tornata elettorale è diventata uno spartiacque. L'Italia ora insegue il rinnovo in politica
ma non lo ha chiesto al Partito Democratico perché trascina con sè qualcosa della passata coalizione. Lo terrà sotto attenta e speranzosa osservazione e intanto ha chiesto un ritorno al futuro ad una forza politica di più recente composizione mettendola però con le spalle al muro e di fronte ad una dura verifica della sua onestà politica.
L'Italia è ad una svolta storica. Non vuole più illusioni. Ora pretende concretezze. Ora la parola è ai due grandi gruppi politici, alla loro capacità di dialogare e di trovare - ognuno dalle proprie posizioni - quelle intese che dovranno trasformare il nostro paese. Da qui potrà iniziare davvero la terza Repubblica.
"I have a dream!", abbiamo un sogno, quello di assistere al trionfo delle coscienze di quanti siederanno sulle scranne del nuovo Parlamento. Sappiano in altre parole esprimere il loro voto su questa o quella legge non in quanto appartenenti ad un partito politico ma secondo la loro capacità di giudizio. Questa è la rivoluzione in politica del secondo millennio.
Furio Porzia
..da www.popolinuovi.it

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