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 QUEI MOSTRI CHE ABBIAMO GENERATO Data: 18/04/2008
Appertiene alla sezione: [ Dal Territorio ]
DI TOMMASO FRANCAVILLA

Scrivo questo pezzo con sincero dolore, perché con esso metto sotto accusa tanti carissimi Amici, a molti dei quali ho dato molto senza chiedere nulla perché rappresentavano concretamente, nelle competizioni elettorali prima e nelle Istituzioni poi, il progetto politico nel quale da sempre mi riconosco di un Centro-destra di Popolo e di Governo che sapesse rilanciare la mia Patria liberandola dai condizionamenti paralizzanti e regressivi della peggiore sinistra del mondo libero.

Ripenso, per esempio, alle elezioni politiche del 1996 e del 2001 in cui fui molto vicino, con scritti ed infuocati pubblici comizi che mi dicono essere stati in taluni casi anche utili al risultato finale, a personaggi come Ernesto Maggi, Mario Greco, Pinuccio Gallo, con i quali la collaborazione, ed ancor più l’amicizia, è continuata negli anni successivi sempre nel più assoluto disinteresse personale da parte mia. Ripenso alle elezioni regionali del 2000 quando gran parte della mia famiglia –non io, che ovviamente ne sostenevo comunque la coalizione- si schierò dalla parte del giovane Greco, così come molti miei amici Castellanesi votarono per Gigi Loperfido anche perché io detti loro gli affidamenti necessari. E non posso non domandarmi se quell’apporto di allora non sia servito anche a dare legittimazione e visibilità a chi oggi è schierato contro la parte politica che allora li esprimeva, e cioè contro i valori ed i programmi ai quali io sono rimasto, senza alcun tornaconto, fedele.

Per carità, tutti hanno diritto nella vita a cambiare idea. Ma quel che è grave in questi casi è che nessuno dei suddetti personaggi ha in realtà cambiato idea su quali sono gli interessi del Paese e su chi possa meglio rappresentarli.

Questi signori sono oggi schierati contro gli elettori che li hanno in passato votati, sovente anche a scatola chiusa, per inseguire soltanto personali vendette, o peggio ancora per assecondare personali vendette altrui, senza alcun riguardo per gli interessi del Paese che essi sanno benissimo dove realmente si collochino.

Quelli che si sono schierati con la “Destra” di Storace sanno benissimo che in Italia Berlusconi è il massimo della Destra possibile, tanto più dopo la rottura con la palude centrista in cui finora si era spesso impantanata la forza innovativa del berlusconismo, e sanno altrettanto bene che le loro liste non hanno alcuna possibilità di raggiungere i “quorum” necessari per accedere in Parlamento e che i voti che riusciranno comunque strappare serviranno soltanto ad avvicinare pericolosamente Veltroni a Berlusconi, con il rischio concreto di non far vincere adeguatamente quest’ultimo, magari fino a costringerlo proprio a quell’”inciucio” che essi dicono di voler evitare e che invece rischiano concretamente di rendere necessario. Bastano infatti pochi voti in poche Regioni al Senato per determinare di fatto il risultato di queste elezioni, spostando di qui o di là i relativi premi di maggioranza. Insistere ciononostante per spostare voti da Berlusconi verso la Santanchè significa pertanto truffare gli elettori di destra, di fatto vanificandone l’apporto alla Causa nella quale essi credono ad esclusivo vantaggio di Veltroni, D’Alema e compagni.

Quelli che si sono schierati con l’UDC devono spiegare in cosa si differenzino –a parte taluni interessi edilizi nella Capitale- le proposte programmatiche di Casini da quelle di Berlusconi, e come possano non pensare che per renderle operative non serva soprattutto andare al Governo, che è esattamente quello che Casini, collocandosi di fatto comunque all’opposizione, impedirà loro di fare, perché le elezioni o le vince Berlusconi, o le vince Veltroni, o le vince- necessariamente- Veltrusconi, non essendo immaginabile che né il primo né il secondo siano disposti a correre l’alea di un Senato del tipo di quello che ha appena sfrattato Prodi, tanto più in un momento di gravissime difficoltà in cui l’Italia non si potrà permettere di non essere governata con sufficiente forza. In tutti i casi, ammesso che riesca ad entrare in Parlamento (al Senato è dura, molto dura), Casini non serve a nulla ed i voti che gli verranno tributati si riveleranno di fatto perduti, se non addirittura controproducenti.

Se poi si pensa che sia Storace che Casini, che pure erano stati super-premiati da Berlusconi e Fini con incarichi di primissimo piano ai quali non sempre si erano rivelati adeguati, erano stati invitati a far parte del PDL, a fianco di Berlusconi e Fini, ed hanno rifiutato soltanto per ragioni di vanità personale o di personali rancori, ancora più assurdo appare inseguirli in questa folle corsa senza senso verso l’auto-distruzione e- peggio ancora- contro i valori ed i programmi di cui pur si dicono intemerati garanti.

Tornando agli Amici di cui sopra, sono pertanto costretto a domandarmi quali mostri, di egoismo cieco o di stupidità politica, io abbia contribuito a far nascere, aiutandoli a diventare quel che evidentemente non meritavano di essere.

E, in confronto a loro, sono una volta tanto orgoglioso di me stesso. Pur non avendo io molto da imparare da molti di loro, a me nessuno si è mai sognato di regalare in un piatto d’argento seggi parlamentari o regionali dei quali –a differenza loro- sarei stato grato per sempre, e ciononostante io non mi sono mai sognato di sacrificare consapevolmente gli interessi della mia Patria, gli ideali della mia vita, sull’altare di meschini personalismi, magari anche altrui.

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