di Filippo Facci
Ah già, i socialisti. Ricordarsi che dal Parlamento sono scomparsi anche i socialisti però significa nobilitarli: perché comporta il considerare che prima ci fossero, che contassero qualcosa, che l’espressione socialismo in Italia avesse ancora un senso. Secondo copione, comunque, ora dovremmo dire che i socialisti in realtà non esistono più dal 1992, dai tempi di Mani pulite, ma forse non è vero neanche questo. Come sostiene Luca Josi, uno dei pochissimi che l’ultimo Craxi l’ha frequentato davvero, il socialismo in Italia è scomparso nel 1976, proprio con l’avvento di Craxi: il vetusto socialismo, di lì in poi, è stato un’altra cosa, è stato appunto Craxi e il craxismo, le sue idee dirompenti che furono osteggiate a destra e a sinistra mentre oggi sono patrimonio comune, persino ovvio, a destra e a sinistra. Sparito Craxi, è sparito tutto: gli omini tristi che per sopravvivenza hanno continuato a straparlare di socialismo, esistiti solo grazie a Craxi e coi soldi di Craxi (chiedete all’ex pagatissimo direttore dell’Avanti! Roberto Villetti, che si era fatto installare un telefono personale persino nel suo cesso), sono tornati a essere ciò che da soli sarebbero divenuti nel 1976: niente. Esiliato Craxi, hanno cercato di farlo diventare un fantasma vivendo nella sua ombra. Ma i fantasmi, di ombra, non ne hanno.