di Giordano Bruno Guerri
Cara Destra ti scrivo, senza scusarmi per il disturbo, nel momento in cui sei impegnata a formare il governo. La scelta dei ministri, infatti, non può essere limitata soltanto alle loro capacità politiche e all'equa distribuzione dei poteri fra i partiti della maggioranza. La scelta dei ministri dovrà anche indicare l'orientamento del governo sulla direzione da prendere nel bivio in cui si trova, da almeno quindici anni, la destra italiana. In soldoni, questo bivio divide una destra essenzialmente conservatrice e una innovatrice.
Si direbbe che i due corni del dilemma siano radicalmente distanti, ma in realtà sono cementati da un punto comune, quello che ha permesso la vittoria di Berlusconi. Chi lo ha votato, vuole che lo Stato sia più efficiente e meno invadente nella vita economica della nazione e dei cittadini: il che significa non solo meno tasse, ma anche meno vincoli burocratici, più libertà di mercato e di iniziativa privata. La vera biforcazione tra conservatori e innovatori di destra sta, dunque, nell'atteggiamento che il governo dovrebbe prendere riguardo alle scelte individuali. Se ne dibatte molto nel mio blog e nel mio forum, molto frequentati anche da lettori del Giornale. Per esempio, Giovanni Savastano mi ha scritto di temere che avremo «sempre meno Stato in economia e sempre più Stato nella morale pubblica e privata». È un timore che condivido.
Il centrodestra deve essere deciso e determinato nella difesa e nella valorizzazione del bene pubblico. Se occorrono tav, termovalorizzatori, discariche, grandi opere pubbliche - e occorrono - si aprano o si riaprano subito i cantieri, salvaguardando al massimo gli interessi locali ma senza farsene ricattare, una volta prese le decisioni. Lo stesso valga per le centrali nucleari, alle quali si sono convertiti anche molti ambientalisti, a partire da Chicco Testa: il referendum del 1987 è la prova che certe scelte non possono venire prese a colpi di emotività popolare. Si sia inflessibili nella lotta alla criminalità, piccola e grande, si espellano gli extracomunitari che delinquono e si ci affretti a mettere in regola chi vuole lavorare. Che la riforma della giustizia non riguardi solo la distinzione delle carriere, ma dia la certezza della pena per i reati gravi e condanni a lavori socialmente utili per i reati minori. Che si sferri un vero colpo alla casta e agli sprechi abolendo le province. I soldi così risparmiati basterebbero da soli a dare un aiuto - concreto quanto indispensabile - sia alle famiglie con figli, sia ai giovani che non hanno voglia alcuna di fare i bamboccioni.
La destra deve anche favorire, e non intralciare, la ricerca. Deve investire in cultura, il che non significa soltanto pensare a come portare più turisti utilizzando i beni del passato (posizione conservatrice), ma aiutando chi produce cultura nuova, anche quella scientifica e tecnologica. Lo stesso distinguo va fatto per la scuola: che non ci si limiti all'ennesima riforma (che lascia tutto com'era) del neoministro di turno, ma si affronti sul serio il problema della preparazione degli insegnanti, con la valorizzazione dei migliori e l'allontanamento dei peggiori.
Ciò fatto, la destra lasci ai cittadini le libere scelte individuali. Chi vive profondamente e intimamente, la propria religiosità, sarà libero di praticarla, come adesso è libero di non divorziare e di non abortire. Ma lo Stato deve salvaguardare la propria laicità, che comporta anche l'abolizione di molti privilegi concessi alle Chiese. Soprattutto, uno Stato guidato da un centrodestra moderno deve lasciare libero ognuno di condurre la propria vita come vuole, senza interferire con scelte etiche o morali su decisioni che riguardano soltanto l'individuo. Parlo del diritto all'eutanasia, di quello a stendere un testamento biologico, della procreazione assistita, della sessualità, della contraccezione, della possibilità di convivere con chicchessia avendo gli stessi diritti di chi preferisce sposarsi.
In definitiva, caro-governo-che-sta-per-nascere, è importante mettere il meno possibile le mani nelle tasche dei cittadini. Ma più importante ancora è non metterle nella loro vita privata. La destra deve essere capace di stupire chi, non senza ragione, si aspetta posizioni statiche su questi temi, con un caleidoscopio di idee non scontato. La capacità di reinventarsi e di innovare davvero genereranno, quanto meno, qualche ragionevole dubbio anche in chi non si trova sulla stessa strada. Fra i conservatori come nell'opposizione.