Il governo delle sinistre ha stremato il Paese, ha impoverito le famiglie e ha messo in difficoltà le imprese, specie quelle piccole e medie. Non è ancora possibile un’analisi dettagliata della sciagurata eredità del governo Prodi, ma è già evidente che in venti mesi di permanenza nel Palazzo l’esecutivo delle sinistre ha determinato un pericoloso arretramento dell’Italia.
Gli elettori lo hanno compreso e col voto di aprile hanno impresso una svolta decisiva alla politica nazionale: assegnando una vittoria ampia e netta al centrodestra guidato da Silvio Berlusconi, gli hanno affidato un mandato e le speranze di un futuro migliore.
L’Italia si rialzerà, ma occorreranno lavoro e senso di responsabilità, le aspettative dei cittadini non saranno deluse perché la classe dirigente del PdL e delle formazioni alleate ha cultura di governo e senso dello Stato, ha le risposte giuste per i bisogni e le attese della nostra società.
Vediamo, intanto, quali sono le aspettative degli italiani.
Sicurezza – Al primo posto c’è la richiesta di una maggiore sicurezza. L’Italia è diventata un Paese segnato da una criminalità diffusa, invasiva, pericolosa, che le cronache testimoniano ogni giorno col crudo linguaggio dei fatti. La malavita propriamente italiana è stata potenziata e resa più violenta dagli innesti dovuti all’immigrazione clandestina: sono approdati nelle nostre città criminali provenienti da ogni angolo del mondo, da società più dure della nostra.
Il tradizionale modo di vivere degli italiani è stato stravolto: la paura si è diffusa nelle metropoli, nelle città di provincia, nei paesi per un’ondata senza precedenti di rapine, furti, omicidi. Triste primato, siamo al primo posto in Europa per le rapine in banca, frequentissimi gli assalti nei negozi, farmacie, tabaccherie, botteghe d’oreficeria. Stravolti anche i paesaggi urbani: favelas e campi nomadi imbruttiscono e rendono infrequentabili le periferie, in qualche caso i centri storici sono stati trasformati in “casbah”, nelle quali si commerciano all’aperto sesso e droga e in cui i cittadini per bene si sentono assediati, intimiditi.
Questa crisi di pubblica insicurezza è stata determinata dalla politica del governo Prodi che, da una parte, ha spalancato le frontiere ai clandestini, dall’altra, ha depotenziato le forze dell’ordine riducendone gli organici e i fondi.
Il governo Berlusconi insediatosi nel 2001 aveva affrontato il problema e aveva ottenuto buoni risultati con l’istituzione del poliziotto e del carabiniere di quartiere, ma l’arrivo delle sinistre al potere, nel 2006, ha riportato indietro le lancette dell’orologio. Non è nel Dna delle sinistre la sensibilità sul tema della sicurezza e anche il loro senso della “socialità” è posticcio, se si considera che a soffrire per la criminalità diffusa sono soprattutto le fasce deboli della popolazione (anziani, donne, minori, meno abbienti). Ad ogni modo, le forze dell’ordine si sono ritrovate con meno uomini, mezzi con troppi anni d’esercizio, spesso senza soldi per benzina e pezzi di ricambio.
Quando le proteste degli italiani hanno svegliato i governanti dal loro torpore, questi non sono stati in grado di reagire. Il loro decantato “pacchetto sicurezza” è abortito.
Il governo di centrodestra dovrà riprendere il lavoro interrotto, mettendo i tutori dell’ordine in condizione di fare al meglio il loro lavoro.
Certezza della pena – Perché si possano adeguatamente tutelare la vita e i beni degli italiani è necessario che il sistema penal-giudiziario funzioni. Occorre, cioè, che i crimini – furti, scippi e altri delitti che suscitano allarme sociale oggi sono in gran parte impuniti – siano perseguiti con processi in tempi ragionevoli. E occorre fare in modo che le pene inflitte ai criminali siano effettivamente scontate, senza quel giro vorticoso di scarcerazioni facili grazie al quale pericolosi delinquenti tornano rapidamente a piede libero.
La giustizia deve garantire processi giusti e le sentenze debbono essere rispettate: solo così si potranno coniugare libertà, sicurezza, giustizia.
Espulsione degli irregolari – Bisognerà rivedere e rendere più efficienti i meccanismi per contenere l’immigrazione clandestina e per espellere gli stranieri, anche comunitari, ritenuti pericolosi per la pubblica sicurezza. L’ Italia deve confermare le sue tradizioni di accoglienza, ma deve essere fermare nel respingere chi non viene per lavorare e rispettare le nostre leggi, ma per organizzare traffici illeciti e per vivere di proventi criminali.
Fisco – Il governo Prodi ha innalzato a livelli insostenibili (il dato ufficiale è del 43,4 %) la pressione fiscale. Tutti sono stati colpiti, dagli operai e dai pensionati, agli imprenditori, ai professionisti, anche i precari sono stati “tosati”. Questo prelievo abnorme ha impoverito le famiglie e gelato i consumi, anche per questo la ripresa è stata strozzata sul nascere e la crescita della ricchezza nazionale è prossima allo zero.
Tenuto conto della congiuntura internazionale, che non è positiva, il governo di centrodestra non potrà fare miracoli, né ne ha promessi, ma volterà pagina e inizierà un percorso di graduale riduzione delle imposte.
Intanto, abolirà subito l’Ici sulla prima casa e, per ridare respiro alle famiglie meno abbienti, detasserà gli straordinari i premi di produttività dei lavoratori dipendenti. Un primo passo per consentire una ripresa dei consumi (e quindi dell’economia) e allentare la stretta che tantissimi, troppi italiani hanno dovuto subire. Per trovare le risorse necessarie, bisognerà controllare la spesa pubblica, ridurla. Con intelligenza, gradualità, senza macelleria sociale. Anche perché fra le aspettative degli italiani c’è anche quella relativa ad un apparato pubblico meno costoso, più snello, più efficiente.
Giovani – Nelle famiglie italiane c’è una comprensibile apprensione per il futuro dei giovani. Troveranno lavoro? Potranno farsi una casa? Sulle giovani generazioni il nuovo governo è pronto a investire, per ricostruire quel patrimonio di vitalità e fiducia che ha sempre caratterizzato l’Italia.
In grandi linee è già tracciato il “piano casa” che renderà più facile affittare e acquistare alloggi per le giovani coppie.
Una efficace politica del lavoro farà il resto: l’intero Paese dovrà rimettersi in movimento.
Tav e infrastrutture – Gli italiani si aspettano, ancora, che si riaprano i cantieri per le grandi infrastrutture. Si aspettano la Tav che colleghi il nostro Paese alle grandi reti di traffico intercontinentale, chiedono il Ponte sullo Stretto, il Mose che protegga Venezia dal mare, le strade e le autostrade moderne di c’è bisogno. Il governo delle sinistre, con la politica dei “no” e dei veti incrociati ha bloccato tutto, rendendo l’Italia più vecchia e meno efficiente.
Le grandi opere pubbliche, inoltre, avranno una funzione strategica nel rilancio dell’economia e nella creazione di nuovi posti di lavoro.