Il film dedicato alla tragedia di Aldo Moro, trasmesso in due puntate tra venerdì e domenica sera, si è concluso con l'elenco (parziale) e le foto di alcuni dei brigatisti rossi che parteciparono all'agguato che costò la vita ai cinque uomini della scorta, al rapimento e poi all'assassinio
a freddo del presidente democristiano dopo 55 giorni di agonia morale e fisica. Peccato che nei brevi "curricula" che accompagnavano i nomi e le foto, mancava - per tutti - una noticina. E cioè che tutti sono liberi, girano liberamente per l'Italia, e che tutti vivono o direttamente o indirettamente a spese dello Stato. Proprio così, lo Stato borghese, imperialista, fascista per abbattere il quale seminarono sangue, terrore e dolore, proprio quello Stato consente a questi delinquenti che non si sono neppure pentiti, e che anzi continuano a non dire tutta la verità sul caso Moro (uno dei partecipanti, il cosiddetto ing. Altobelli, alias Maccari, forse - il forse è d'obbligo -autore materiale dell'uccisione di Moro, fu scoperto solo nel 1993 ed è l'unico che essendo morto, non è in circolazione) consente di vivere facendo mestieri che consentono loro di continaure ad esercitare influenza sulle coscienze collettive. Chissà se quelli che sui muri del nostro paese hanno condannato quel "maleddetto 9 maggio" si siano mai opposti a che gli asssassini di Moro e della sua scorte fossero liberati, graziati, ed infine gratificati di comparsate televisive e di stipendi pubblici. Solo in questo caso (e non ci risulta!)avrebbero titolo oggi a profferire condanne per quel "maledetto 9 maggio", altrimenti tacciano, per rispetto di quei poveri morti che non meritano davvero il vilipendio dell'ipocrisia postuma.