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 D'AMBROSIO: BERLUSCONI COME DE GASPERI Data: 17/05/2008
Appertiene alla sezione: [ Opinione ]
Pubblichiamo il testo dell'intervento svolto al Senato dal neo senatore barese del PDL D'Ambrosio Lettieri a sostegno del governo.
Signora Presidente, signor Presidente del Consiglio, onorevoli senatori, le
espressioni di apprezzamento suscitate anche in larghi settori dell’opposizione
sono la più chiara dimostrazione di come il discorso del Capo del Governo
rappresenti per impianto, contenuti e toni un autentico spartiacque nella
recente e controversa storia politica del nostro Paese.
Le parole del presidente Berlusconi ed il suo richiamo convinto, sincero e
ripetuto a riportare il confronto politico nell’alveo di una dialettica anche aspra,
quando occorra, ma rispettosa della dignità e del ruolo di ognuno, costituiscono
infatti la pietra d’angolo per una nuova stagione del confronto politicoistituzionale.
Si è molto parlato e molto scritto, nelle ultime settimane, della
necessità che questa XVI possa essere una legislatura costituente, in grado di
produrre le riforme che, ridisegnando un quadro di regole condivise,
consentano all’Italia di intraprendere il necessario cammino di modernizzazione
e di ricominciare finalmente il processo di ripresa. Alla luce del discorso rivolto
al Parlamento dal Presidente del Consiglio, quello che ieri poteva essere
considerato solo un auspicio oggi è diventato una prospettiva concreta e
perseguibile. Questo è un fatto, ed è un fatto straordinario perchè restituisce
alla politica la sua dimensione e la sua funzione più autentica, liberando il
campo da polemiche e contrapposizioni troppo spesso autoreferenziali, per
concentrarsi invece sulla necessità di ascoltare, interpretare e rispondere
presto e bene alle istanze dei cittadini italiani.
Certo, è necessario che lo spirito dialogante non si limiti ad essere solo e
semplicemente un antidoto contro le faziosità degli opposti schieramenti, ma
diventi anche metodo e prassi per far fronte alle molte ed urgenti questioni
ancora aperte nel Paese. Il presidente Berlusconi nel suo discorso ha voluto
ricordarle tutte, in perfetta coerenza con il programma di Governo presentato
agli elettori e scritto con mano chiara, decisa e prudente. Tuttavia, vorrei
spendere qualche parola per almeno una delle grandi questioni enunciate dal
capo del Governo, quella che riguarda il Mezzogiorno del Paese, una questione
ancora aperta e che attende un segno innovativo rispetto a politiche fin qui
rivelatesi insoddisfacenti.
Il Presidente del Consiglio ha fornito al riguardo una precisa indicazione
programmatica, affermando che il nostro Sud è una risorsa formidabile per lo
sviluppo, ma aggiungendo anche che le Regioni meridionali debbano liberarsi
dal peso delle cattive abitudini e dalla criminalità organizzata per dispiegare in
pieno il loro straordinario potenziale di creatività, di intelligenze, di voglia di
fare e di crescere. Si tratta di un approccio convincente e condivisibile perchè
non v’è dubbio alcuno che la soluzione dei problemi del Mezzogiorno debba
partire dal Sud stesso, dalla gente, dalle sue risorse e, necessariamente, dalle
istituzioni e dai suoi rappresentanti.
In questo senso, l’attuazione del federalismo, declinato in una logica solidale,
può rappresentare una preziosa opportunità se si sarà capaci di rompere
circuiti spesso pigri e poco virtuosi e di accendere un percorso di
emancipazione in grado di muovere verso la modernità e un maggiore
dinamismo economico. Anche qui però serve all’interno del Governo una logica
di reciprocità e di dialogo se si vuole perseguire l’interesse nazionale ed
abbandonare le logiche che hanno come unico orizzonte la rivendicazione
esclusiva a tutela dei singoli territori. (Richiami del Presidente).
In questo inedito ed incoraggiante scenario di aperture e di confronto nuovo e
positivo, bisognerà guardarsi dagli irriducibili alfieri del muro contro muro, che,
non trovando più spazi nelle istituzioni, potrebbero essere tentati di tracimare
altrove, magari anche nelle sedi della pubblica informazione, dove non è
pensabile nè possibile che possano essere consentite – e poco rileva se
consapevolmente o meno – vere e proprie aggressioni che non risparmiano
nessun presunto nemico, neanche quando questo occupa le più alte cariche
dello Stato. (Il microfono si disattiva automaticamente).
Concludo con un ricordo. Era il 2 luglio 1948
quando Alcide De Gasperi presentò proprio in quest’Aula un suo discorso,
facendo riferimento a una necessità, quella dell’etica della responsabilità, che
costituisce il vero elemento di progresso di una democrazia e di una
Repubblica. Questo concetto è stato ripreso dal presidente Berlusconi con pari
dignità ed autorevolezza. Credo che essa rappresenti il migliore auspicio per
augurare a lei, signor Presidente, ed a tutti noi buonlavoro per il bene del
Paese. (Applausi dal Gruppo PdL. Congratulazioni).

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