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 TOH! LA DESTRA Data: 22/05/2008
Appertiene alla sezione: [ Opinione ]
Dedichiamo questo "pezzo" di Michele Brambilla - IL GIORNALE DEL 22.5.2008 - alla memoria di Giuseppe PREZZOLINI, autentico e mai rinnegato conservatore, il quale dovendo spiegare agli incolti la differenza tra "conservatori e progressisti" scriveva nel suo indimenticato "Manifesto dei conservatori" che progressisti sono quelli che quando vanno al governo si comportano da conservatori e e conservatori sono queli che quando vanno al governo si comportano da progressisti". Parole che sembrano scirtte ieri l'altro per identificare Prodi e Berlusconi.

"Di’ una cosa di sinistra!»: così Nanni Moretti implora D’Alema nel film Aprile, che è del 1996. Dodici anni dopo - a dimostrazione di quant’è cambiato il mondo, oppure di quant’è sempre stato surreale etichettare ogni cosa come di destra o di sinistra, o meglio ancora a dimostrazione di entrambe le cose - dodici anni dopo, dicevamo, è il governo teoricamente più di destra dell’Italia repubblicana a dire, alla sua prima uscita, non una ma più cose di sinistra.
Infatti. Via l’Ici sulla prima casa, ma dall’esenzione sono escluse le ville, i castelli, tutto ciò che è classificato come «di lusso»; sono escluse le case dei ricchi, insomma. E poi: giù le tasse sugli straordinari, ma solo per chi ha un reddito inferiore ai 35.000 euro. E ancora: scendono i mutui sulla prima casa, le rate tornano ai livelli del 2006. Quest’ultima misura, se non avessimo il senso del ridicolo, diremmo che è addirittura un po’ comunista, visto come l’ha descritta il ministro dell’Economia. «Per convincere le banche ad abbassare i mutui», ha spiegato Tremonti, «il presidente del Consiglio ha esercitato quella che elegantemente viene chiamata moral suasion. Il sottoscritto invece ha esercitato una fiscal suasion».
A sfottere i nostalgici del questo-è-di-destra/questo-è-di-sinistra ci ha già pensato Giorgio Gaber. Tuttavia non c’è dubbio che un governo che taglia le tasse a chi fa gli straordinari per arrotondare e che aiuta chi non può permettersi di pagare cash una casa, un governo che impone ai grandi banchieri di versare il proprio contributo di lacrime e sangue, un governo del genere è spiazzante per chi ancora continua a pensare che la destra è la fazione dei ricchi e la sinistra il rifugio dei poveri. Eppure ieri i sindacati hanno definito «ingiusta» e «incomprensibile» la detassazione degli straordinari, e Bersani ha parlato di «manovra deludente». Dichiarazioni che fanno pensare alla vecchia «obbedienza cieca, pronta, assoluta», secondo la quale quel che fanno i nostri è sempre giusto e quel che fanno gli altri sempre sbagliato. Che fastidio provano i sindacati e Bersani se ogni famiglia si trova in tasca mille o duemila euro in più all’anno?
Fermiamoci un attimo. Non stiamo intonando il Gloria al governo. Sappiamo perfettamente che questi primi provvedimenti da soli non bastano, e che se non ne seguiranno altri ben più strutturali, il Paese avrà pochi appigli per risollevarsi. Stiamo solo prendendo atto di un cambiamento culturale che ormai è in corso da anni e che spezza le obsolete equazioni destra uguale padroni, sinistra uguale popolo. Perfino sul decreto sicurezza una certa intellighenzia - invece che urlare alle leggi razziali - dovrebbe capire che i provvedimenti sui campi rom vanno principalmente a tutela degli italiani meno ricchi, quelli che vivono in periferia, quelli che una volta votavano sinistra.
Lo abbiamo già scritto: a furia di giudicare il mondo a tavolino, senza più contatto con la carne e il sangue del popolo, la sinistra ha perso gran parte del suo elettorato. Le elezioni avevano dimostrato che la maggioranza di chi fa fatica ad arrivare alla fine del mese oggi è più in sintonia con il centrodestra. Ora i primi passi del governo sembrano indicare che il feeling è corrisposto.

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