Almirante è morto 20 anni fa. Nei 40 anni che ne hanno preceduto la morte, Almirante è rimasto seduto alla Camera dei Deputati quale deputato eletto liberamente e secondo le regole della democrazia rappresentativa, dal 1948, prima legisaltura repubblicana, sino al 1988. Gli anni trascorsi in Parlamento, accettando e praticando le regole del gioco democratico, dimostrano che al di là delle parole, nei fatti Almirante aveva fatto i conti con il suo passato, rammaricandosi con i comportamenti degli eccessi verbali in cui talvolta, da giovane, era caduto. Nel 1942, in piena guerra, quando aveva 28 anni, e viveva, come tutta la gioventù dell'epoca, giorni intesi che preludevano al dramma e alla tragedia che di li a poco si sarebbero consumate e che avrebbero travolto proprio quella gioventù, non fu il solo a scrivere cose che difficilmente nella maturità si sarebbero pouto scrivere. Ma le ha scritte, si dirà, e, anzi, qualcuno dice, è' vero, le ha scritte, quelle sulla razza e sulla difesa della razza, anzi Almirante fu redattore di un periodico che non leggeva nessuno, forse nemmeno Mussolini, "La difesa della razza", appunto, ma erano tesi che si scontravano poi con la realtà del quotidiano. In Italia non fu razzista nessuno, forse il solo ad esserlo sul serio fu un personaggio a metà tra il ridicolo e il patetico, il cui nome si è perduto nelle nebbie del tempo trascorso. Rivangare oggi vecchie pagine per tentare una inutile rivincita come ha tentasto di fare un deputato del PD, è anch'esso per un verso inutile, e peraltro finalizzato a perpetuare una stagione di odio che il tempo, almeno il tempo, dovrebbe aver fatto cessare. Ricorda un altro episodio. L'accusa rivolta ad Almirante di aver firmato il bando che minacciava di fucilazione i disertori e i renitenti alla leva emesso durante la RSI. Si era in piena costruzione della Destra Nazionale, che veleggiava intorno a cifre percentuali di tutto rispetto elettorale, e inopinatamente fu messa in circolazione una copia di quel bando . Era un bando apocrifo, perchè apocrifa era la firma di Almirante, il quale essendo capo della segreteria politica del ministro Mezzsoma (morto fucilato a Dongo) aveva solo provveduto a trasmettere copia del bando con una lettera di accompagnamento agli uffici periferici del ministero. Ne nacque un libro di Almirante "Autobiografia di un fucilatore" che si concludeva con un messaggio rivolto ai giovani militanti di allora:"pensa come se non dovessi morire mai, vivi come se dovessi morire subito". Forse Fini , nella sua frettolosa replica al deputato del pd, piuttosto che sbrigativamente definire "vergognose" le parole di Almirante, avrebbe fatto meglio a ricordare la seconda vita di Almirante. Costellata anche questa di errori, come capita a chiunque viva la vita pubblica, ma comunque caratterizzata dalla accettazone delle regole della democrazia che hanno fatto giustizia del passato.g.