Infuria la polemica intorno alla questione delle intercettazioni telefoniche come strumento di indagini della Magistratura. Il presidente Berlusconi ha annunciato che nella prossima seduta del Consiglio dei Ministri sarà approvato un disegno di legge che regolamenta la materia e dispone che le intercettazioni devono riguardare le indagini sulla criminalità orghanizzata e sulla mafia; al contrario Veltroni e dietro di lui la folta schiera di giustizialisti ad oltranza che invece difendono l'attuale utilizzo sprecone delle risorse della giustiza- un terzo secondo il ministro Alfano - che vengono spese appunto per le intercettazioni telefoniche che sono "invasive" della privacy dei cittadini. Secondo l'ex ministro della Giustizia Castelli il PARLAMENTO potrà modificare nella sua autonomia le indicazioni contenute nel disegno di legge del governo e autorizzare le intercettazioni anche nelle ibndagini relative a reati contro la pubblica amministrazione, come la concussione ela corruzione. Questa proposta dell'ex guardasigilli sembra poter essere condivisa da tutta la maggioranza e appare francamente la più idonea sa ad assicurare la limitazione dell'uso delle intercettazioni sia a garantire la efficienza delle indagini della Magistratura, e infne a impedire che le intercettazioni telefoniche si trasformino in veri e propri "occhi" che spiano i cittadini anche in questioni del tutto private e per nulla interedssanti nelle inchieste, come per esempio quelle condiotte da un certo magistrato di Potenza che ha intercettato le conversazioni telefoniche di settantenni pruriginosi o di ventenni in cerca di notorietà. Non è davvero il caso che un terzo delle risorse assegnate alla Giustizia vengano spese per spiare le voglie più o meno indecenti di chicchessia.