"Nessuno vuole comprimere le indagini, o togliere ai magistrati il potere di indagare", ma "razionalizzare il sistema e contenere le spese", visto che i costi delle intercettazioni incidono sul bilancio della giustizia "per oltre un terzo". Lo ha affermato il ministro della Giustizia Angelino Alfano, a proposito dell’intenzione del governo di operare una stretta sulle intercettazioni, durante un’intervista al Tg4. Della materia si comincera’ a discutere nel prossimo Consiglio dei ministri, ha spiegato il Gaurdasigilli, e la base di lavoro sono il disegno di legge messo a punto dal Governo Berlusconi nel 2005 e quello presentato nella scorsa legislatura. Per le intercettazioni "vi e’ una invasivita’ nella vita dei cittadini, giunta a livelli intollerabili". E a dirlo sono i numeri: tra il 2003 e il 2006, "abbiamo assistito a una crescita di oltre il 50% dei ’bersagli"’, cioe’ delle persone intercettate. C’e’ dunque un problema di risorse, ma non solo: bisogna "evitare che siano coinvolte persone estranee all’inchiesta",ha aggiunto il ministro, sottolineando che "oggi il coinvolgimento di soggetti terzi e’ enorme" e citando "molti casi di persone sbattute in prima pagina e poi assolte". L’attuale sistema di sanzioni "fa acqua da tutte le parti" , ha detto ancora Alfano e "non mi pare che la casistica giudiziaria sia piena di condanne per fughe di notizie".