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 CONSULENTI PUBBLCI: UN PESO INSOSTENIBILE PER LO STATO Data: 13/06/2008
Appertiene alla sezione: [ Il commento del giorno ]
Prosegue l’operazione-trasparenza nella pubblica amministrazione avviata dal governo. Dopo la pubblicazione degli stipendi e dei dati sull’assenteismo dei dirigenti pubblici, sul web arrivano i dati sulle consulenze e le collaborazioni esterne ammontate, nel solo 2006, ad oltre 1,3 miliardi di euro.

Le superconsulenze "Sono dati che si commentano da soli", è stato il lapidario commento del ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta, che dopo aver usato parole pesanti contro gli impiegati-fannulloni insiste nel suo programma trasparenza. Secondo quanto pubblicato ieri sera sul sito del ministero, nel 2006 la pubblica amministrazione ha speso per retribuire le oltre 250mila tra consulenze e collaborazioni esterne ben 1,323 miliardi di euro. Di queste, 396 (che rappresentano appena lo 0,16% del totale) sono state vere e proprie superconsulenze, remunerate con oltre 100mila euro l’anno. Per la maggior parte (96.719 consulenze, pari al 38,39%) è stato riconosciuto un compensato con parcelle tra i 500 e i 2500 euro l’anno.

Un peso insostenibile Sulla pubblicazione dei dati sulle consulenze "non voglio dire altro", renderli noti "è previsto per legge". Il ministro Brunetta parla, invece, in generale del suo impegno contro le inefficienze della pubblica amministrazione: "Quando ho cominciato la mia battaglia contro i fannulloni, e più in generale contro tutto quello che non funziona come dovrebbe, da economista ho spiegato che il paese non può permettersi questo peso". In un contesto europeo, "con la moneta unica e libera concorrenza tra banche e aziende", per il ministro "quello della burocrazia è un peso insostenibile". "Basta pensare che se avessimo la stessa efficienza della Pubblica Amministrazione di alcuni paesi del Nord Europa la crescita del Pil potrebbe aumentare del 30%", passare per esempio "da un +1% l’anno al +1,30%".

Il confronto con i sindacati Si è, quindi, soffermato sulla difficoltà del confronto con le organizzazioni sindacali. "Non posso, per esempio, fare riunioni di ore e ore per discutere di meccanismi premiali nell’ambito di un prodotto, la Pubblica Amministrazione, che stavo per dire che fa schifo, da ministro non posso dirlo, diciamo che non è certamente apprezzata", spiega Brunetta dicendo che i suoi "clienti sono i cittadini". Ed è con i cittadini che vuole un confronto. "Se poi qualcuno tirerà fuori uno sciopero generale - aggiunge il ministro - io spiegherò ai cittadini che quel sindacato è contro di loro, e poi vedremo cosa succede". Da "socialista in Forza Italia" Brunetta dice di "amare il sindacato". E rivela: "Guardo con amarezza a questi problemi. Tutto questo fa male al paese".

Il malcontento dei cittadini Per il ministro della funzione pubblica "il grande consenso manifestato dall’opinione pubblica" alle sue prime mosse per una maggiore efficienza della Pubblica Amministrazione "è dovuto anche al fatto che la gente ha le scatole piene di un sindacato conservatore". E aggiunge: "Ne ho le scatole piene. Il paese non ne può più di un sindacato conservatore così come è anche vero che non ne può più della casta della politica". D'altra parte Brunetta ne è certo: "O il sindacato cambia o è destinato a sparire: le relazioni sindacali hanno bisogno di un sindacato forte ma non di un sindacato conservatore. C’è uno spazio enorme per un sindacato diverso".

p.s. TUTTI I COMPENSI DEI CONSULENTI SONO CONSULTABILI SUL WEB AL SITO DEL MINISTERO DELLA FUNZIONE PUBBLICA.

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