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 GLI SPRECHI NEGLI ENTI LOCALI: 1,3 MILIARDI PER CONSULENZE RIDICOLE E ASSURDE Data: 14/06/2008
Appertiene alla sezione: [ Politica Nazionale ]
di Paolo Bracalini
A Rovigo si sono rimboccati le maniche. I Comuni sprecano troppo? Loro invece perseguono l’efficienza e si sono dati un obiettivo, con un documento dal titolo eloquente: «Ricerca e utilizzo di ogni possibile forma di finanziamento pubblica e privata per l’attività del Comune ». Però lo hanno affrontato a modo loro: affidando l’incarico a un consulente esterno, per la bazzecola di 10mila euro. Uno dei tanti enti locali a cui potrebbe far bene la frequenza del corso organizzato dal lungimirante Comune di Firenze, quello sulla «Gestione dell’indebitamento nell’ente locale ». Pazienza se per capire come preservare le casse comunali gli amministratori fiorentini hanno chiesto una mano a un esperto esterno per più di 2mila euro.
Ben spesi, se confrontati con altri incarichi presi dallo sterminato elenco pubblicato dal ministero, più di 5mila pagine che comprendono microscopici comuni, enormi Province e le immancabili comunità montane. In totale le consulenze nel 2006 sono costate alla pubblica amministrazione 1,3 miliardi di euro, come documental’ «Operazione trasparenza » del ministro Renato Brunetta che ha messo in rete il dossier della Funzione pubblica. Non c’è da sorprendersi, perché c’èunconsulente per ogni campo dello scibile umano: la cultura del fungo di montagna, la tutela di una qualche specie rara di volatile, la difesa delle minoranze, l’esperto inmandolino, l’assistente psicosociale.
Un incarico non si nega mai. Soprattutto sul fronte culturale, una preoccupazione costante degli Enti locali che sembrano preda di un impulso segreto e irresistibilea studiare problematiche astruse, ad assecondare le più incredibili ricerche da eruditi, a organizzare convegni e incontri culturali su tutto. E ovviamente ad affidarne l’organizzazione a qualcuno che non sia un dipendente dell’Ente medesimo. Si chiama un consulente anche quando sembra perfettamente inutile. Come ad Aosta, quattro strade in croce, che però non può fare a menodi stanziare 29.500 euro per un «Mobility manager », come quelli delle metropoli. Del resto a Venezia un consulente ha ricevuto 10mila euro per studiare «Le nuove povertà nel Lido» (una striscia di terra lunga nemmeno15km), e suggerire - se gli rimane del tempo - anche qualche «linea di intervento».
E sempre nella Serenissima un altro fortunato esperto si è visto accreditare 15mila euro dal Comune per «identificare possibili applicazioni del marchio Venezia». Sempre a Venezia c’è un consulente dell’area Caccia e Pesca che si occupa della «Cattura di richiami vivi» (incarico da 1.200 euro), mentre un altro prende 1.000 euro per una «Perizia tecnica sulla pesca del pesce novello» e un altro ancora 1.400 euro per il censimento dei cormorani e del marangone minore. E che dire degli studenti triestini? Devono essere veramente esagitati se il loroComunespende 2.600 euro perun progetto finalizzato alla «Tutela dell’incolumità degli studenti delle elementari e medie». Più gli Enti sono grandi e più spendono. Il Comune di Roma ha finanziato con 51mila euro il progetto «Presepecome gioco»,ma ha dato fondo alle risorse per seguire le passioni civili dell’ex sindaco Walter Veltroni. Ecco i 3mila euro per il laboratorio «Africa e Italia unite dai bambini», ecco 10mila euro per la «formazione agricola» delle famiglie nel Congo, ecco i 15mila euro per il progetto «Ragtime» (Laboratori teatrali per i bambini Rom).
Va detto che l’integrazione degli zingari è un cruccio di parecchie amministrazioni. Padova spende 76mila euro per far sentire gli alunni Rom a casa loro in mezzo ai bambini veneti e Reggio Calabria ha chiamato una consulente (per 5.989 euro) a studiare l’inserimento sociale delle famiglie zingare. Torino invece affida a un esperto 10.600 euro perun«Laboratorio sui diritti di cittadinanza ». A Lucca invece pensano a cose più frivole, lo studio di fattibilità da 14mila euro (affidato aununico consulente) è per la «Cittadella della calzatura», mentre a Latina hanno l’esigenza di chiamare un maestro d’ascia per l’omonimo corso (incarico da 9.300 euro). Maè la convegnistica la vera cuccagna dei consulenti. Possono essere chiamati per discettare sul «Ruolo dell’apicoltura nello sviluppo rurale della Sardegna», sulla «Lucchesìa nell’età moderna », o sulle «Trasformazioni dell’entroterra palermitano tra il XII e il XIV secolo ». Pochi però hanno fame di conoscenza come la Comunità montana Spettabile Reggenza dei Sette comuni (a Vicenza): 34mila euro a un consulentecome «Esperto in tematiche storico museografiche dellaGrande guerra », altri 2.500 euro per l’elaborazione di testi storici sulla Comunità, e poi altri 3.150 per «Testi storici in ambiti Monte Lozze e cima Caldiera».
Purtroppo l’elenco pubblicato dal ministero non dice tutto. Non spiega come sia possibile che Bologna paghi 3.200 euro un parere fiscale, e come il piccolo Comune di Cuggiono, vicino a Milano, possa chiamare un consulente esterno per spiegare ai dipendenti comunali i segreti della «Comunicazione con gli utenti», cioè come parlare con la gente agli sportelli. E rimane un’incognita a cosa serva una psicologa nella Comunità montana della Valle Cavallina, chiamata a prestare la sua preziosa opera ad alta quota per 6.600 euro, con la proroga di altri 1.666 euro.

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