Che fine ha fatto il Piano Regolatore? Anche di questo, come di tutte gli altri "oggetti" delle altre lettere aperte del sindaco Geronimo, non sentiremo più parlare? Nelle scorse settimane, prima c'è stato "l'annuncio" (con un po' di ritardo rispetto al Natale) di Geronimo che proponeva la "riformulazione" del piano, fermo restando che "nulla si poteva aggiungere, nulla si poteva togliere, che la variante alla 167 (in zona alluvionale, aggiungiamo noi) deve rimanere, con la sollecitata partecipazione delle minoranze", poi è intervenuto l'Ulivo (cioè DS e Margherita) che hanno rimproverato alla Opposizione di non voler collaborare, poi è intervenuta la pubblica e dichiarata disponibilità della Opposizione coordinata intorno al Tavolo di concertazione del CENTRODESTRA a collaborare a precise e inderogabili condizioni, poi....poi più nulla. I partiti della maggioranza ad oggi non hanno dato alcun esito pubblico alla disponibilità della Opposizione, nè, d'altra parte, risulta che l'esecutivo abbia avviato alcuna iniziativa concreta per dare seguito alle "denunce", per la verità frettolose, del sindaco Geronimo. Per un verso, il silenzio dei partiti DS e Margherita è di per sè significativo: l'invito a collaborare era fine a se stesso e al più era finalizzato ad ottenere, forse, una specie di preventivo viatico alle "operazioni" della maggioranza, forse finalizzate a salvaguardare qualche posizione compromessa dal PAI come sinora è accaduto (leggi comparto n. 1). Quando i partiti di opposizione hanno posto come condizione per la loro collaborazione che la nomina dei tecnici fosse condivisa tra maggioranza e opposizione, che fosse sospeso il pagamento dell'ICI ai proprietari dei suoli compromessi dal PAI e che fosse preventivamente revocata per evidente incompatibilità la variante per la nuova 167, dai partiti della maggioranza è venuto il silenzio. Per altro verso, l'esecutivo della maggioranza, con a capo Geronimo, non ha assunto alcun atto formale nella direzione della annunciata "riformulazione" del Piano Regolatore che avrebbero dovuto essere almeno due: l'indicazione nella proposta di bilancio delle somme per far fronte ai costi necessari per la elaborazione del "riformulato" strumento urbanistico e, ovviamente, la nomina del tecnico. Senza peraltro dimenticare altri atti di verifica imposti ora dalla normativa statale e regionale in materia di strumenti urbanistici. Ora, delle due l'una: se la "denuncia" di Geronimo circa l'urgenza della riformulazione del piano era vera e non frutto, come in altre circostanze, della sua frettolosità e superficialità nella valutazione dei fatti, non si capisce cosa si attende: se invece si fa "melina", tanta urgenza non c'era e ritorna a "bomba" il sospetto che tutto fosse preordinato a far passare come "riformulazione" solo qualche aggiustamento a vantaggio di qualcuno. Staremo a vedere se a pensare male, anche questa vota si è "azzeccata" la verità.