di Christopher Caldwell (Financial Times)
(questo è il testo integrale dell'articolo pubblicato dal Finacial Times di Londra sullo scontro Berlusconi-Magistratura)
Il comportamento di Silvio Berlusconi della scorsa settimana è stato come “rivedere un film già visto”, dice la senatrice Anna Finocchiaro, del Partito Democratico. A neppure due mesi dall’inizio della sua terza volta da primo ministro, Berlusconi si trova al centro della solita controversia . Il Senato sta ultimando la messa a punto di un pacchetto di provvedimenti dedicati alla sicurezza sui quali Berlusconi ha impostato la sua campagna elettorale. Un emendamento aggiunto dai suoi parlamentari e approvato mercoledì scorso ha sospeso i processi per tutti i crimini tranne quelli più gravi commessi prima della metà del 2002. Lo scopo è concentrare le limitate risorse dello stato sull’ondata criminale che ha molto allarmato l’opinione pubblica. Ma questo non è l’unico effetto. Infatti quell’emendamento fermerà anche un processo a Milano destinato a stabilire se Berlusconi ha pagato 387 mila euro al suo avvocato David Mills, marito di Tessa Jowell, ministro inglese per le Olimpiadi, in cambio di una falsa testimonianza in un processo di una decina di anni fa (entrambi negano ogni addebito).
Berlusconi è convinto di essere preso di mira da giudici di “estrema sinistra”. La scorsa settimana ha chiesto anche la ricusazione del giudice che presiede il processo di Milano, sulla base di alcune sue dichiarazioni avverse alla politica del governo e tali da mettere in discussione un suo giudizio sereno nel processo (la richiesta è stata respinta). Berlusconi ha anche annunciato di voler approvare una legge che garantisca l’immunità da provvedimenti legali per le più alte cariche dello stato. I magistrati hanno protestato dicendo che la mossa di Berlusconi avrebbe causato un “danno irreparabile allo stato di diritto”.
Non è detto che abbiano ragione. Spagna, Francia, Germania e altri stati Ue hanno tutti una qualche forma di immunità. Anche l’Italia aveva l’immunità parlamentare prima che fosse abolita nel 1993 nel mezzo di una vasta inchiesta sulla corruzione. Il partito di Berlusconi approvò di nuovo una legge sull’immunità nel 2003, ma la Corte Costituzionale la annullò l’anno seguente, sostenendo (ragionevolmente) che avrebbe violato l’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge e (assurdamente) che avrebbe minacciato il diritto dei cittadini di affrontare i loro accusatori in un processo. Questo genere di leggi può produrre degli abusi. Pablo Escobar, il barone della cocaina, evitò il processo e la condanna nel 1980 facendosi eleggere nel Parlamento colombiano. Ma in molti casi, l’immunità evita almeno tanti danni quanti ne produce.
Lo scopo dell’immunità non è quello di consentire gli eletti mano libera. Bensì quello di proteggere il diritto degli elettori di farsi governare da coloro che hanno democraticamente scelto. Le accuse contro Berlusconi derivano da uno sincero desiderio di giustizia o dal tentativo di una parte dell’elite italiana di capovolgere una scelta elettorale che non accetta? Domande del genere non hanno quasi mai una risposta che convinca l’opinione pubblica. In America, negli anni ‘90, il presidente Bill Clinton venne sottoposto a una indagine dietro l’altra. Alla fine apparve tanto importante che i giudici fossero al di sopra di sospetti politici, quanto che i politici fossero al di sopra di sospetti di corruzione. L’immunità può essere il modo migliore per proteggere i componenti di un governo democratico, specie in quei paesi dove la magistratura è molto politicizzata. Gli Usa rimangono uno di questi paesi.
Così come l’Italia, dove per una quindicina d’anni i giudici anno goduto di un potere senza confronti in altri paesi occidentali. Nei primi anni ’90 quando gli italiani hanno cominciato a capire che non erano più costretti a tollerare le malversazioni che erano state una parte costante della politica durante la guerra fredda, giudici ambiziosi decapitarono i leader dei maggiori partiti nei processi per corruzione. Ci fu in effetti una sorta di reggenza giudiziaria sugli eletti, con i giudici che tenevano sotto esame la classe politica della generazione successiva.
Un tale potere, nel lungo periodo, diventa insalubre per una democrazia. E’ una delle ragioni per cui gli italiani hanno cominciato a perdere fiducia nella magistratura. Un sondaggio pubblicato giovedì da Repubblica, un prestigioso quotidiano romano che si oppone a Berlusconi, mostrava che solo un terzo (35 per cento) dei cittadini ha fiducia nel sistema giudiziario, contro il 59 per cento che non ne ha. Gli elettori di Berlusconi sono ampiamente sfiduciati verso i giudici, mente i suoi oppositori sono per lo più soddisfatti. La Repubblica riassume in questo modo: “gli italiani pensano che il sistema giudiziario funzioni male e che se il prezzo per farlo funzionare comporta una sorta di immunità per Berlusconi, sono pronti a pagarlo”.
Il punto debole della magistratura italiana è il suo ammontare di processi arretrarti in stile Bleak House (dal racconto di Dickens, ndt). La giustizia italiana è così lenta che si scontra contro l’articolo 6 della convenzione europea sui diritti umani. Al posto di processi rapidi l’Italia ha la cosiddetta “legge Pinto” del 2001 che risarcisce le persone i cui processi non vanno avanti. Sir John Major era al potere in Gran Bretagna l’anno in cui il processo Berlusconi-Mills è cominciato. Le accuse contro le quali Berlusconi combatteva quando l’ultima legge sull’immunità fu abolita nel 2004, risalivano al 1985. Quando gli avversari di Berlusconi mettono in guardia sul fatto che 100.000 processi verrebbero congelati perché più vecchi di sei anni, stanno inconsapevolmente dando ragione alla legge appena approvata.
Le acrobazie giudiziarie di Berlusconi sono sempre a suo uso e consumo, ma non sono mai solo a suo uso e consumo. Si indirizzano sempre verso qualche problema autentico, tanto da raccogliere gli elettori dietro di sé. In questo consiste il suo genio politico. In questo momento l’Italia è nel panico per l’alto tasso di criminalità. Il panico può essere giustificato o meno. Ma quasi tutto nel pacchetto sicurezza serve a placare quella paura. Una legge sull’immunità, se ne verrà approvata una, potrebbe rendere la politica italiana meno litigiosa e più democratica. Il fatto che Berlusconi possa evitare un processo grazie a questi provvedimenti è una ragione per opporvisi. Ma è l’unica ragione e non è sufficiente.
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