La netta maggioranza degli italiani – esattamente il 59 per cento – non ha fiducia nella magistratura e condanna senza appello il nostro sistema giudiziario. Il dato emerge da un sondaggio commissionato all’Istituto Ipr Marketing dal quotidiano La Repubblica, che non è certamente vicino al governo di centrodestra e anzi ne critica i tentativi di riforma in materia di giustizia.
All’origine della crisi di credibilità delle toghe sono i tempi troppo lunghi dei processi, gli errori impuniti dei giudici, l’incertezza della pena e le scarcerazioni facili, ma contribuisce al giudizio negativo anche il protagonismo politico di taluni magistrati.
È interessante notare che, nel campione dell’Ipr Marketing, gli intervistati che condannano la magistratura costituiscono il 90% dell’elettorato berlusconiano, ma c’è anche un significativo 30% di elettori del Pd e dell’Idv e il 73% dell’Udc. Il nuovo corso “girotondino” di Veltroni e la furia giustizialista di Di Pietro non trovano d’accordo un terzo del loro elettorato.
Dallo stesso sondaggio emerge un altro elemento che denuncia la strumentalità della campagna scatenata dall’opposizione contro l’emendamento sulla sospensione dei processi: il 55% degli italiani approva la norma “blocca processi”, il 45% lo considera uno strumento utile per abbreviare i tempi dei processi. Anche su tale questione, fra i favorevoli all’emendamento governativo il 27 per cento dichiara di aver votato Pd o Idv. Appare evidente che c’è nella base del Pd-Idv una quota consistente di cittadini che ritiene utile e necessaria una riforma della giustizia.
I risultati del sondaggio Ipr Marketing conferma una tendenza emersa da tempo. La ricerca Eurispes pubblicata ai primi di quest’anno segnalava che la magistratura non era degna di fiducia per il 57,5% degli italiani; fra i giovani fino a 24 anni, il giudizio negativo toccava il picco dell’83%.