"Dal 2006, 789 pm e magistrati si sono occupati di me per sovvertire il voto degli italiani. Non ci sono riusciti nel ’94, non ci riusciranno in questa occasione. Gli italiani hanno il diritto di farsi governare da chi hanno votato".
Lo ha affermato Silvio Berlusconi, davanti alla platea della Confesercenti che è l’associazione dei commercianti vicina al centrosinistra, segnalando che “ molti pm vorrebbero vedermi così” simulando le manette ai polsi. “Prima - ha spiegato Berlusconi- passavo i sabati ad andare a trovare i miei collaboratori malati in ospedale, ora passo i sabati con i miei legali a preparare le udienze per contrastare il pm che mi attaccano. Eppure ho fiducia nei magistrati perche’ sono sempre stato assolto, ma dopo il calvario che ho dovuto subire tutti questi anni, mi indigno a vedere questa opposizione che invece di unirsi alla maggioranza sposa una linea giustizialista.”
Rispondendo a quanti ancora l’accusano di legiferare nel proprio interesse, il nostro presidente ha sottolineato: “Il mio interesse sarebbe stato di andar via dal paese e godermi i soldi che mi sono guadagnato e meritato. Quando questa opposizione non capisce un tale stato di cose il dialogo si spezza. Sono indignato nel vedere una democrazia in liberta’ vigilata, sotto il tacco dei giudici politicizzati. In una tale situazione non c’e’ piu’ possibilita’ di dialogo con una opposizione che e’ rimasta giustizialista". Parlando ai commercianti e agli artigiani di Confesercenti, il premier ha ribadito l’impegno a "lavorare per togliere i vincoli imposti da una serie di direttive europee che sono pesi insostenibili per imprese e cittadini". Nel suo ritorno a Bruxelles, il Presidente ha affermato di aver trovato "una Europa appesantita che e’ passata da 15 a 27 membri e che l’incidente irlandese ha bloccato nelle sue decisioni. E’ indispensabile invece che l’Unione europea si dia una politica di sicurezza comune che oggi non c’e’, una politica di difesa comune che oggi non c’e’, una politica dell’immigrazione comune che oggi non c’e’, una politica dell’energia comune che oggi non c’e’. Soprattutto, una politica comune delle imprese cui l’Europa non ha saputo dare risposte sul problema della scarsa competitivita’".