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 DECRETO SICUREZZA: RISPETTATI GLI IMPEGNI CON GLI ITALIANI Data: 25/06/2008
Appertiene alla sezione: [ Politica Nazionale ]
È passato al Senato, con ampia maggioranza, il decreto sicurezza. L’esecutivo mantiene così gli impegni assunti con gli italiani e volta pagina, con misure mirate, responsabili, adottate per restituire ai cittadini una maggiore sicurezza e una più salda fiducia nelle istituzioni.
I provvedimenti previsti nel decreto costituiscono una svolta, chiudono un periodo di lassismo e di incertezza del diritto e della pena che, soprattutto durante lo sgoverno delle sinistre, avevano diffuso fra gli italiani un crescente senso d’insicurezza di fronte agli attacchi una malavita diffusa, rinforzata dagli innesti di criminalità straniera. Lo Stato finalmente c’è e risponde alle attese dei cittadini dotandosi di strumenti più efficaci e incisivi per contrastare la criminalità organizzata e comune, per ridurre la presenza degli immigrati clandestini e per rendere più certa e rapida la macchina giudiziaria.

Immigrazione – L’Italia non sarà più il “ventre molle d’Europa”
Col decreto si ampliano i casi d’espulsione su ordine del giudice per gli stranieri condannati. Viene espulso chi è condannato a due anni di reclusione (prima il limite minimo per far scattare il provvedimento era di 10 anni). Se l’autore di un reato è un clandestino, si procede all’arresto immediato, anche se non c’è flagranza, si processa per direttissima.
È passata anche la norma che considera la clandestinità un’aggravante: se a commettere un reato è un immigrato irregolare, la pena relativa sarà aumentata di un terzo. Il tam-tam dei nuovi negrieri, che organizzano i viaggi dei clandestini, non descriverà più l’Italia come un Paese “facile”, dal quale una volta arrivati non si viene mai cacciati, qualsiasi cosa si faccia. Nel decreto ci sono anche nuove, severe norme per colpire gli italiani che sull’immigrazione clandestina lucrano. Previsto il carcere dai sei mesi a tre anni per coloro che “al fine di trarre ingiusto profitto” affitta o dà alloggio agli irregolari. Prevista anche la confisca delle case date in fitto. Inasprite, inoltre, le pene per chi dà lavoro a immigrati senza permesso di soggiorno.

Processi: corsia preferenziale per i reati più gravi

Per consentire che la giustizia possa perseguire più rapidamente i reati più gravi, vengono sospesi per un anno i processi relativi a reati meno gravi, che prevedano una condanna non superiore a 10 anni. Perché scatti la sospensione, questi reati meno gravi devono essere stati commessi prima del 30 giugno 2002 e lo stato della procedura deve essere fra l’udienza preliminare e il dibattimento di primo grado.
L’opposizione su questa norma ha imbastito una campagna di propaganda strumentale, sostenendo che sia stata introdotta per favorire il premier. È una menzogna, lo scopo e di dare la precedenza a processi per episodi gravi, per evitare – è successo troppo volte – che boss accusati di reati da ergastoli siano scarcerati per decorrenza dei termini, dato che la macchina giudiziaria è intasata da tante cause di minor rilevanza. Sono esclusi dalla sospensione, anche se il limite della pena possibile non supera i 10 anni, i processi in cui gli imputati sono detenuti, quelli per terrorismo, per reati contro i minori, per fatti di criminalità organizzata e per l’inosservanza delle norme di prevenzione degli infortuni sul lavoro. Come si vede, c’ anche una particolare attenzione per colpire i responsabili delle “morti bianche”.
A sgonfiare le tesi dell’opposizione, nei giorni scorsi, anche gli interventi di magistrati di diversi distretti, i quali hanno sostenuto la legittimità e l’utilità della sospensione in un sistema giunto quasi al collasso.

Criminalità comune
C’è un grande impegno del governo per rendere più visibile la presenza e l’azione dello Stato nelle strade, nei quartieri, nelle periferie degradate. Al potenziamento delle forze dell’ordine – per le quali il governo precedente aveva ridotto organici e mezzi – si affiancherà, in caso di emergenze particolari, l’uso dei militari, che saranno impiegati in non più di tremila uomini e per non più di sei mesi.
Il giro di vite contro la malavita è netto: è stato anche ampliato il numero dei casi per i quali non si può più concedere la sospensione della pena: niente scarcerazioni facili per chi commette violenza sessuale o violenza sessuale di gruppo o spaccio di droga; saranno esclusi dalla sospensione anche i furti e le rapine commessi c on l’aggravante della clandestinità.
Con l’introduzione di un’altra aggravante, nel decreto viene prevista la pena dell’ergastolo per chi uccide un ufficiale di pubblica sicurezza o di polizia giudiziaria.
Proprio per rendere più coordinato e fruttuoso l’impiego di tutte le forze dell’ordine, sono previsti, poi, speciali poteri per i prefetti e per i sindaci. La polizia municipale avrà un ruolo più importante sul fronte della sicurezza. Sindaci e prefetti potranno segnalare gli immigrati da espellere o allontanare perché pericolosi per la pubblica sicurezza. Come si vede, tutte le misure determinato un contesto ampio e coordinato di prevenzione e di repressione, non sono misure slegate. Per rispondere a un’esigenza molto sentita dalla pubblica opinione, infine, sono state aumentate per pene (adesso andranno da 3 a 10 anni) per coloro che provocano incidenti mortali mettendosi alla guida ubriachi o sotto l’effetto di stupefacenti. I loro veicoli saranno confiscati.

Mafia e mafie
Giro di vite anche contro la criminalità organizzata. Pene più severe (aumenta di due anni la reclusione per l’associazione mafiosa) e procedure più snelle per individuare e confiscare i beni dei boss e dei loro tirapiedi. I mafiosi già condannati, inoltre, non potranno usufruire del gratuito patrocinio. Va segnalato che le sanzioni più severe e il carcere duro previsto dall’articolo 41 bis, vengono estesi anche agli appartenenti alle mafie importate: cinese, russa, albanese, eccetera. Il crimine organizzato e globalizzato avrà vita meno facile.

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