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 E SOPRAVISSERO SOCIALISTI E CONTENTI Data: 26/08/2008
Appertiene alla sezione: [ Il commento del giorno ]
Due socialisti formano un partito, tre socialisti formano tre correnti. Un vizio infrangibile come provano i commenti socialisti su Giuliano Amato che è andato a sostenere il sindaco di Roma Alemanno per la famosa commissione «à la Attali». Apre il fuoco Rino Formica, vecchio craxiano geniale, il quale dice sarcastico che «la disponibilità di Amato è proverbiale» ma «in politica una eccessiva disponibilità si sposa con la voglia di potere». Poi fa di lui un ritrattino al curaro: «Quando venne a lavorare al gruppo socialista inquadrammo subito il tipo: preciso, meticoloso, ambizioso» lui e Bassanini facevano a gara per essere considerati consiglieri del Principe, Bettino Craxi, ma «Amato riuscì a soffiare il posto a Bassanini» anche se «ha una straordinaria capacità di lasciarsi sempre aperta una via di fuga» tanto che «quando l’universo socialista cominciò a sgretolarsi, si dette a una corsa così precipitosa da diventare memorabile».

Franco Bassanini, ex socialista, piccatissimo, nega di essere mai stato al fianco di Craxi («Ci mancherebbe!») e scrive al Corriere della sera di essere un grandissimo estimatore di Giuliano, ma di ricordare perfettamente il modo in cui Amato nel momento cruciale si squagliò in America per tornare craxiano sei mesi dopo. Il politologo Gianfranco Pasquino, un liberale del Pd, dice che Amato è uno specialista in «atteggiamenti politici alla prova dei fatti spregiudicati», quindi lo bolla come traditore della sinistra. Persino Gianni De Michelis, amicissimo di Amato e suo estimatore, non rinuncia a osservare che è un perfetto «numero due, ma mai un numero uno» e che «ha scelto di cancellare parte della sua storia come se ciò fosse possibile». Insomma Amato è diventato per qualche giorno lo specchio infranto di un partito che ancora oggi, nella sua frazione rimasta soffocata dai postcomunisti, non cessa di dilaniarsi ricordando con rabbia e con rancore, antico e triste destino dei socialisti italiani che, come Amato, possono al massimo essere talvolta numero due, ma mai numero uno.

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