L’AUMENTO DELLE TASSE VOLUTO DAL GOVERNO DI CENTRO SINISTRA RALLENTA I CONSUMI
La crescita dei consumi delle famiglie italiane è in rapida frenata. Nel 1° bimestre di quest’anno la media degli acquisti di beni e servizi registra infatti un +0.7% contro il +2.7% dello stesso periodo 2006. E' quanto evidenziato dalla Confcommercio, la massima organizzazione degli esercenti italiani, che ha contestualmente presentato un nuovo strumento di indagine congiunturale, l'Indice dei Consumi (ICC). In particolare, secondo lo studio, i consumi sono cresciuti dell'1.7% per i servizi e solamente dello 0.3% per i beni. La dinamica dei prezzi si è attestata, nello stesso periodo, al +1.6%. L'andamento dei consumi prospettato dalla Confcommercio conferma quanto già evidenziato nella recente relazione di Bankitalia, secondo cui «nell'ultimo trimestre del 2006 i consumi hanno decelerato al di sotto dell'1% su base annua», aggiungendo inoltre che «nei primi mesi del 2007 non si prospettano significativi mutamenti di tendenza».
La causa della frenata dei consumi dei primi tre mesi va ricondotta alla eccessiva pressione fiscale, arrivata ormai ai massimi storici soprattutto a causa della Finanziaria da 35 miliardi di euro imposta da questo governo irresponsabile di centro sinistra. La Banca d’Italia ha sottolineata come la pressione fiscale supera quella media della zona euro e si colloca in prossimità dei valori massimi degli ultimi decenni. Il peso del prelievo fiscale risulta oneroso e per le famiglie e per le imprese. A tale riguardo va evidenziato come il fisco italiano sia quello che più di ogni altro penalizza le imprese; un poco invidiabile primato che il nostro Paese raggiungerà verosimilmente nell'anno in corso, scavalcando la Germania che ha approvato invece una riduzione del 9% della pressione fiscale sulle imprese.
Insomma, proprio quando i conti del 2006 mostravano un Paese capace di intraprendere la strada di una ripresa strutturale, con imprese più vivaci e competitive, con un buon aumento del Pil (+2%) e un conseguente, sostanzioso incremento del gettito fiscale (+38 miliardi), grazie al governo Berlusconi, i primi segnali del 2007 offuscano il quadro economico e pare confermare tutti i timori espressi a suo tempo dal centrodestra a proposito degli effetti recessivi della politica economica del governo di sinistra-centro. Proprio quando, cioè, sarebbe servita una manovra leggera per «agganciare» la ripresa economica internazionale e rilanciare le componenti fondamentali della domanda aggregata, e cioè i consumi, gli investimenti privati e quelli pubblici, questo governo barcollante approva, invece, una Finanziaria 2007 che impone nuovi sacrifici, alzando il livello delle tasse, raggiungendo così il risultato di «gelare» proprio la domanda, nelle sue componenti.
Non solo, infatti, calano vistosamente i consumi delle famiglie, ma segnali non certo incoraggianti giungono anche dagli investimenti, in particolare quelli pubblici, vista l'assoluta incertezza che caratterizza, ad esempio, il comparto delle grandi opere infra-strutturali, a suo tempo rimesso in moto dal governo Berlusconi. In questo settore, negli ultimi dodici mesi tutto si è fermato, mentre si assiste ancora una volta al proliferare della spesa corrente (anche di quella improduttiva).
Ma non è tutto. Tra i primi effetti dell'inasprimento fiscale di questo esecutivo vi sarebbe anche un aumento dell'evasione fiscale: da un sondaggio dello Sportello del contribuente si evidenzia infatti che l'evasione fiscale è cresciuta a marzo del 6.75%, a 316 miliardi di imponibile evaso. Ambienti finanziari segnalano che, solo verso le isole Bahamas, hanno preso il largo 10 miliardi di euro. Vorremmo emblematicamente ricordare che con lo «scudo fiscale» di Giulio Tremonti i soldi tornavano indietro. Con Prodi, Visco e Bersani accade il contrario.
Giuseppe PACCIONE