Antonio Caroti è un giornalista del Corriere della Sera dove cura le pagine della cultura ed è autore di numerose pubblicazioni tra cui la biografia di Giuseppe Di Vittorio, leader storico della Cgil, e una intervista a Marco Tarchi sulla destra italiana "cinquantanni di nostalgia" che è del 1995. Sarà stata questa esperienza a spingerlo a scrivere "GLI ORFANI DI SALO'", volume edito da Mursia, e in edicola da pochi giorni. Vi è raccontata la esperienza e le vicende politiche dei giovani di destra tra il 1945 e il 1951, cioè dalla fine della guerra alla prima legislatura repubblicana. Sono i giovani reduci della RSI per i quali "Mussolini era morto, la nostra repubblica era finita nel sangue, ma noi eravamo giovani ed ancora vivi. Ed avevamo vent'anni. Con la vita davanti per dimostrare a noi stessi e agli altri di che pasta fossimo fatti". Sono questi i govani che poco dopo la fine della guerra irrompono nelle piazze, nelle scuole, nelle università, rappresentando una presenza rumorosa e inaspettata: sono migliaia di giovani che agitano i simboli e cantano gli inni del fascismo, guidando le più affollate manifestazioni studentesce dell'epoca, quelle per il ritorno di Trieste alla madrepatria.Molti sono, scrive Caroti, reduci di Salò, molti altri non hanno partecipato alla guerra ma considerano quella di Salò una avventura pari ad un mito eroico, un ultimo sussulto di dIgnità della nazione. Rifiutano la democrazia ma spesso si scontrano con i dirigenti dell'appena nato MSI che accusano di essere moderati e compromissori. Non si limitano a protestare, documenta Caroti, ma studiano, discutono, pubblicano riviste che oggi sono dei cult dell'editoria e si abbeverano agli insegnamenti del filosofo di destra Julius Evola. Essi, scrive Caroti, sono stati i protagonisti di un "sessantotto" nero che ha lasciato il segno nella vicenda della destra italiana.
GLI ORFANI DI SALO' - IL SESSANTOTTO NERO DEI GIOVANI NEOFASCISTI NEL DOPOGUERRA - 194571951
ANTONIO CAROTI
EDITORE MURSIA
EURO 17,00