Le immagini trasmesse da tutte le emittenti televisive (pubbliche e private) sui gravi disordini scoppiati domenica scorsa per colpa degli ultrà di Napoli hanno indubbiamente provocato danni non indifferenti all’azione di Governo.
Vedere una stazione ferroviaria, quella di Napoli, invasa da gruppi di facinorosi e vedere le devastazioni compiute da questi ultimi sul treno che li portava a Roma hanno messo in evidenza la fragilità del sistema di sicurezza che, affidato alla Polizia di Stato, avrebbe dovuto impedire che tutto ciò accadesse. Se alla prima partita di campionato accadono fatti del genere che cosa succederà nelle prossime domeniche?
Questo è l’interrogativo che si pone il cittadino magari proprio quello che ha votato per il centrodestra e che da quest’ultimo non solo chiede ma pretende “tolleranza zero” nei confronti di chi, in occasione delle partite di calcio, sfoga la propria violenza contro i beni pubblici – stadi, pullman, treni, automobili – contro le stesse forze dell’ordine (ricordiamoci quello accade a Catania con l’uccisione dell’agente Raciti) e contro gli inermi cittadini. Gli stessi, per esempio, che domenica viaggiavano a bordo del convoglio preso di mira dagli ultrà campani.
Perché, ci si chiede adesso, il questore di Napoli ha lasciato che il gruppo di scalmanati – i più senza biglietto – salisse a bordo del treno? Che fine ha fatto l’Osservatorio del Viminale che ha il compito di monitorare le “migrazioni” delle tifoserie? Se il Governo, che della sicurezza ha fatto il suo cavallo di battaglia, non vuole perdere consensi non deve lasciare che episodi del genere si ripetano.
Cosi’ come deve intervenire pesantemente contro chi guida in stato di ubriachezza o sotto gli effetti degli stupefacenti. L’operazione condotta in questo fine settimana a Verona ha messo in evidenza che la metà dei giovani che la notte guidano le automobili sono o ubriachi o drogati. L’iniziativa della polizia stradale, spalleggiata dai carabinieri, dai vigili urbani e per la prima volta da presidi medici, va ripetuta: non tanto per salvare l’immagine del Governo quanto per salvare la vita a tanti giovani.