Hai aperto l'intera News con il titolo:
 DI FRONTE ALLA CRISI OCCORRE RIGORE CONTRO GLI SPRECHI Data: 10/09/2008
Appertiene alla sezione: [ Politica Nazionale ]
A chi pensava che la crisi finanziaria mondiale fosse definitivamente terminata dopo che il Tesoro americano aveva salvato le due più grandi società di mutui, è arrivata subito la smentita dei produttori di petrolio. Non appena i falchi hanno visto che il prezzo del greggio stava scendendo sotto i 100 dollari al barile, hanno fatto pressioni sul più grande produttore, l’Arabia Saudita, e hanno ottenuto un taglio di 500 mila barili al giorno rispetto ad una produzione globale di quasi 30 milioni di barili.

È l’indizio che i detentori di grandi fondi accumulati con il rialzo del greggio e in parte trasferiti nei cosiddetti Fondi sovrani, non vogliono assolutamente limitare i loro guadagni, neanche di fronte ad un evidente rallentamento della domanda da parte dei più grandi Paesi industriali che stanno tutti più o meno scivolando verso una fase di recessione.

L’Opec, l’Organizzazione dei produttori di greggio, sa che il barile non può resistere a lungo oltre i 100 dollari perché a questo livello si provoca un calo della domanda americana. La mossa quindi ha anche implicazioni politiche, evidentemente i produttori temono che anche il petrolio riduca la propria corsa così come stanno facendo le materie prime in genere soprattutto gli alimentari dopo i rialzi frenetici degli ultimi mesi.

La ripresa di settembre dovrà dunque fare i conti con il dato positivo del salvataggio di Fannie Mae e Freddie Mac grazie all’intervento di tipo statalista e quindi anti-mercato del governo americano, ma dovrà anche fare i conti con l’ostinazione dei produttori di petrolio e con altri fattori negativi. In Europa, il gigante tedesco comincia a perdere colpi nelle esportazioni, ed è un miracolo che l’industria italiana riesca a resistere proprio con le sue vendite estere grazie all’innovazione e il design.

Ma il settore bancario è quello che continua a generare i maggiori timori: vanno a caccia di liquidità le banche spagnole, che sono quelle più esposte alla crisi mondiale dei mutui, c’è un rallentamento forte nelle vendite di case in tutto il Regno Unito e anche in Francia. In America, la crisi globale, sta provocando un'altra vittima con la famosa Banca di Investimenti Lehman Brothers. Se è vero, come scrive stamani il Sole 24 Ore, che la bolla dei mutui troppo facili sta minacciando addirittura la Cina, è chiaro che la situazione di settembre non lascia spazio a troppe illusioni.

Occorrerà nel nostro Paese un senso di responsabilità dei sindacati e dell’opposizione, qualcosa di positivo già si sta vedendo con la probabile chiusura dell’accordo su Alitalia. Occorrerà soprattutto uno spirito di innovazione.

Per questo l’Europa dovrebbe accettare la proposta del ministro Tremonti di destinare i fondi della Banca europea per gli investimenti ai settori produttivi, non facendo però figurare queste cifre nei bilanci regolati dall’accordo di Maastricht.

Se non si reagirà con idee nuove e con spirito di sacrificio alla crisi mondiale, resteremo nelle mani di quei Paesi che possiedono forti liquidità, come la Corea del Sud che proprio con la sua decisione di non investire più nella Lehman Brothers ha in pratica affossato quella grande banca americana. E se è vero che per i commissari di Bruxelles l’inflazione ha ormai toccato il picco mentre nel frattempo la crescita economica continua a rallentare, potremmo forse assistere, chissà, ad un taglio dei tassi.

Il governo di centrodestra dovrà fare ricorso a tutta la sua creatività e contemporaneamente al suo rigore nei confronti degli sprechi per fronteggiare una crisi che continuerà almeno sino alla fine dell’anno.

  << Ritorna alle News

  - Regione Puglia
  - Gazzetta del Mezzogiorno
  - Corriere della Sera
  - Portale delle libertà
  - Potere Sinistro
  - Governo
  - Parlamento
  - Il Foglio
  - Il Giornale
  - Libero
  - Panorama
  - Avvenire
  - Vatican News
  - Baribyday
  - Destra Torittese
  - Luciano Lomangino
  - Sole 24 Ore
  - L'occidentale
  - Repubblica