Berlusconi-record: 67,1 per cento!
Anticipati alla fine della settimana scorsa da Silvio Berlusconi, sono oggi disponibili i risultati in dettaglio dell’ultimo sondaggio condotto nella prima settimana di settembre (li pubblica Il Giornale). I numeri non consentono interpretazioni sfumate, non ci sono testa-a-testa né inversioni di tendenza.
La fiducia a Berlusconi raggiunge il record del 67,1%, ovvero quasi 30 punti percentuali in più di quanti ne aveva Romano Prodi nel settembre 2006, cioè 39,8%, al termine dei primi cento giorni del suo governo.
Stesso divario nel giudizio complessivo sul Governo: quello di Prodi aveva il 34,9% dei consensi a quattro mesi dalle elezioni; quello di Berlusconi è salito al 62,5% in un periodo equivalente.
In piena coerenza con questi dati complessivi, quelli che riguardano i singoli partiti, identificati come “intenzioni di voto” se si votasse oggi.
Il Popolo della Libertà continua a crescere: alle elezioni, aveva ottenuto il 37,4%; adesso è al 42%. In leggera crescita la Lega, dall’8,3% al 9%; stabile il MpA all’1,1%. Complessivamente, i partiti della maggioranza sono al 52,1%, ovvero hanno guadagnato 5,3 punti rispetto alle elezioni, quando ottennero il 46,8%.
L’alleanza Pd-Idv perde esattamente 5 punti: dal 37,6% del voto di aprile è scesa al 32,6% di oggi, e la perdita è tutta del Pd di Veltroni, che dal 33,2% è precipitato al 28,1% mentre l’Idv è stabile tra il 4,4% e il 4,5%.
Cresce invece la Sinistra Arcobaleno, anzi raddoppia, passando dal 3,1% del risultato elettorale al 6,6% delle intenzioni di voto. E questo dato induce a qualche riflessione: una parte dei voti del Pd rifluisce all’estrema sinistra, ma non va ad incrementare il consenso al partito di Di Pietro, nonostante la sua foga antiberlusconiana che, in ultima analisi, danneggia principalmente il partito di Veltroni.
Questo significa che, alle prossime elezioni europee, l’Idv rischia di restare sotto lo sbarramento del 4%, se si presentasse unita, supererebbe la soglia.
È chiaro che l’opinione pubblica “percepisce” la politica sulla propria pelle, al di là di quello che dicono i giornali o passa attraverso le trasmissioni televisive. Questa percezione conta e si trasferisce sui sondaggi i quali diventano un messaggio preciso alle forze politiche.
Questo messaggio, per il Governo e la maggioranza, è chiaro: la fiducia c’è, anzi aumenta, e non deve essere delusa da rallentamenti nelle decisioni o da polemiche poco comprensibili perché la gente, di fronte a queste, non va per il sottile: non giudica chi ha ragione e chi torno, ma condanna la disputa e la divisione in sé.
Quanto all’opposizione di sinistra, l’antiberlusconismo viscerale di Antonio Di Pietro non paga; delude fortemente l’inazione di Veltroni e la sua tendenza a polemizzare con i gli altri leader della sua formazione; si ricostruisce una limitata fiducia nell’estrema sinistra che però si alimenta delle delusione nei confronti del “partito a vocazione maggioritaria”.