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 VELTRONI: UN GRANDE AVVENIRE DIETRO LE SPALLE Data: 16/09/2008
Appertiene alla sezione: [ Politica Nazionale ]
È diventato una specie di gioco crudele. Tutti si esercitano nel “tiro al Veltroni”, cosa abbastanza facile poiché il leader del Pd assume quasi costantemente l’espressione di povero cristo in croce. Ma oggi, su Il Sole 24 Ore, Stefano Folli e va oltre, facendo due critiche molto puntuali e lanciando un sospetto.
La prima critica riguarda il discorso tenuto da Veltroni a Sinalunga sulla “crisi della democrazia e della libertà”, minacciata dal governo Berlusconi e dalla sua maggioranza, con cui ha sepolto un dialogo mai realmente partito.
Se è così, argomenta Folli, non si capisce perché Veltroni tenga disunita la sinistra: la democrazia in pericolo, infatti, dovrebbe unire tutti gli anti-berlusconiani in una sorta di Ulivo rigenerato, come sostiene Pierluigi Bersani. Ma, aggiunge, se Veltroni tornasse alla “sinistra unita”, rinnegherebbe il progetto che lo ha portato al vertice del Pd.
La seconda critica riguarda il fatto che, se crisi democratica c’è, non si capisce perché Veltroni, in quel discorso, non abbia accennato alla legge elettorale europea: un “buco” troppo importante per non essere stato voluto.
E da qui Folli parte per lanciare un sospetto: lo sbarramento del 5%, sul quale si sta impegnando Berlusconi, sotto sotto, forse non dispiace a Veltroni perché la sua applicazione farebbe probabilmente piazza pulita di tutti i partiti minori e lascerebbe il Pd da solo a svolgere il ruolo di opposizione, facendo cadere tutte le manovre che tendono a ricreare il “grande Ulivo” o l’alleanza con l’estrema sinistra.
Le ragioni della soglia del 5% sono profonde: con questo sbarramento andranno nel Parlamento europeo i rappresentanti della maggioranza di governo, che a Strasburgo sosterranno le scelte dell’Italia in piena armonia con le linee governative, e quelli dell’opposizione al Governo stesso, non rappresentanti piccoli partiti che cercano nel Parlamento europeo un palcoscenico per attaccare l’Italia, farsi un po’ di notorietà e farsi, talvolta, strumentalizzare da più ampi schieramenti politici.
Per concludere, il sospetto di Folli può fare veramente male a Veltroni. Ma esso ha anche una base oggettiva: se passerà la legge elettorale europea con lo sbarramento al 5%, per i piccoli partiti della sinistra si porrà il dilemma: o con Veltroni e il Pd o contro Veltroni e il Pd. Che è, forse, il piccolo plebiscito che il segretario si attende, oltre a quello del 25 ottobre.
La sua raccolta di firme “per salvare l’Italia” (dal governo Berlusconi) è però nelle mani della Cgil: Guglielmo Epifani potrebbe dare un colpo al cerchio e uno alla botte. Potrebbe accettare l’accordo su Alitalia e nel contempo assicurare a Veltroni e al Pd una discreta raccolta di firme. Se invece il leader sindacale si opporrà all’accordo su Alitalia, Veltroni non potrà più sostenere la linea del “andremo da soli” e dovrà accettare il ritorno a una grande alleanza della sinistra, lasciando però ad altri la leadership. Con la prospettiva non remota che il Pd si sfasci.

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