Il ministro della Pubblica Istruzione Mariastella Gelmini ha presentato ai sindacati il piano sulla scuola che prevede, oltre al docente unico per le classi di scuola primaria, funzionanti 24 ore a settimana, anche l’insegnante di inglese. Con il passaggio al maestro unico nella scuola primaria ci saranno piu’ docenti per aumentare il tempo pieno del 50%. L’insegnante unico ha un carico obbligatorio di lezioni di 24 ore settimanali a fronte del carico orario di 27 o 30 ore settimanali attuali dei docenti del modulo. La differenza oraria tra 27/30 ore e 24 potra’ essere reinvestita in attivita’ di tempo pieno, da assegnare o allo stesso docente unico o ad altro docente.
In tutti gli anni del liceo classico, e non solo nei primi anni come accade adesso, si studiera’ la lingua inglese. Potenziamento, nel classico, della matematica e scienze. Riduzione delle ore di lezione (da 36 a 32) negli istituti tecnici e professionali. Nei licei classico, scientifico, linguistico e delle scienze umane si passa passa da 33 a 30 ore.
Negli istituti tecnici e professionali verranno eliminate le duplicazioni (esempio istituto tecnico commerciale e istituto professionale per il commercio; oppure istituto tecnico industriale per la meccanica e istituto professionale per la meccanica) che "confondono l’utenza senza apportare valore aggiunto".Mariastella Gelmini intende privilegiare, dove possibile, il modello degli istituti comprensivi, quelli cioe’ che uniscono sotto un’unica istituzione scolastica (e sotto un’unica presidenza) scuole dell’infanzia, elementari e medie. Si ritiene che tali istituti, che oggi rappresentano gia’ quasi la meta’ delle istituzioni scolastiche del I ciclo, favoriscano la continuita’ didattica e l’orientamento scolastico. Ne vedremo molti di piu’. Con questa nuova modalita’ organizzativa si cerca di produrre economie perche’ ogni istituto avra’ un solo direttore scolastico e personale amministrativo minore. Il nuovo servizio educativo per bambini tra i due e i tre anni, attualmente a gestione regionale, viene confermato e implementato, prevedendo che nelle aree montane possano essere accolti piccoli gruppi di bambini di due-tre anni anche nelle scuole dell’infanzia. Il piano sara’ di concerto con regioni e comuni.