Antistato contro Stato. Nel Casertano "siamo in presenza di una vera e propria guerra civile che la camorra ha dichiarato allo Stato". Lo ha detto il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, nell’informativa urgente in Senato sulla situazione dell’ordine pubblico in Campania. Il ministro dell’Interno ha sottolineato "le finalità di terrorismo per diffondere terrore" tra la popolazione che hanno contraddistinto gli episodi del 18 settembre con la morte di sette persone in due diversi agguati. Immediata la risposta dello Stato. Il titolare del Viminale ha ricordato le decisioni adottate subito dopo la strage con l’invio di 400 uomini delle forze dell’ordine nella provincia di Caserta per la cattura dei killer fino alla decisione assunta ieri dal governo: che ha scelto di mandare altri 500 militari. "L'esecutivo - continua il ministro - intende proseguire con ancora maggiore fermezza nel contrasto alla criminalità organizzata: lo Stato deve rispondere con tutti i mezzi".
Quindi il ministro torna a scagliarsi contro la troppa facilità con cui vengono concessi gli arresti domiciliari ai mafiosi. "Solo nel comune di Castelvolturno ci sono 118 persone agli arresti domiciliari": un numero "sproporzionato" che rende difficile o impossibile qualsiasi controllo. "Invito il parlamento a fare una riflessione a studiare una iniziativa" che porti a una riduzione dei benefici e degli arersti domiciliari per coloro che soino accusati di reati di mafia. Secondo Maroni sono state rivolte "accuse ingenerose" alle forze dell’ordine dopo l’arresto di Alfonso Cesarano, uno dei presunti componenti del gruppo di fuoco che ha agito lo scorso 18 settembre in quanto era agli arresti domiciliari. Il titolare del Viminale ha "confermato il pieno e incondizionato apprezzamento per l’opera svolta dalle forze dell’ordine".