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 E SMETTIAMOLA DI RIVANGARE SALO' Data: 24/09/2008
Appertiene alla sezione: [ Storia e cronaca ]
PAOLO GUZZANTI*

Curioso dibattito: si cerca il dna del fascismo in Italia e nella politica. C’è? Non c’è? Si è estinto? È mascherato? Il presidente della Camera, che è un uomo di fegato, ha risolto la diatriba sulla Repubblica di Salò dicendo che l’antifascismo era la parte giusta e quella di Salò quella sbagliata. Gianfranco Fini ha una parola sola e una faccia sola, come dimostrò andando a chiedere perdono a Gerusalemme, la kippà in testa. E anche stavolta è stato duro e netto, come raramente sono i politici in Italia.

Molto bene. Ma vorrei avanzare non un dubbio bensì un suggerimento: qualcuno ha studiato e divulgato l’importantissimo fatto storico del passaggio dalla Repubblica di Salò al Partito comunista di una quantità significativa di giovani fascisti, quelli di cui ha scritto a suo tempo Aga Rossi? Qualcuno ha mai ricordato il discorso di Palmiro Togliatti ai «compagni in camicia nera»? Qualcuno ha mai letto il Lungo viaggio attraverso il fascismo di Ruggero Zangrandi? Qualcuno ricorda che Pietro Ingrao fu un giovane fascista che vinceva i Littoriali e che gioiosamente fascisti erano giovani come Eugenio Scalfari, Giorgio Bocca, Enzo Biagi? Alcuni, come Dario Fo, finirono a Salò, altri cambiarono opinione in tempo, ma mi chiedo: che razza di linea di separazione è quella della vicenda di Salò, che fa parte di una sequenza mostruosa e unica, con il 25 luglio in cui Benito Mussolini, unico dittatore del mondo, fu costretto alle dimissioni dal voto di sfiducia di un organo costituzionale, con l’8 settembre della guerra continua e del tutti a casa, con la guerra civile che faceva tutt’uno con la guerra patriottica contro i tedeschi invasori di uno stato che aveva scelto l’armistizio?

Che senso ha, oggi, misurare gli italiani, specialmente i giovani, con il metro della storia ignorata e negata, come dimostrano i libri di Giampaolo Pansa, specialmente Il sangue dei vinti? Perché invece di simulare e stimolare la caccia alle streghe non si commissiona un’indagine storica all’inutile servizio pubblico radiotelevisivo, noto spacciatore di festival di canzonette e di Miss Italia?

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