Dal 2011 le imposte sulle famiglie e sulle imprese scenderanno del dieci per cento. Dopo averlo largamente anticipato in campagna elettorale, il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, torna a ribadire nel libro di Bruno Vespa, Viaggio in un’Italia diversa, che Palazzo Chigi si impegnerà per tagliare l'imposizione fiscale sulle famiglie.
L'impegno del premier Il presidente del Consiglio risponde a una domanda su quando pensa di ridurre le aliquote fiscali. "Non appena saremo riusciti a ridurre la spesa pubblica e il costo dello Stato - dice - il traguardo che ci siamo fissati è di scendere, entro il 2011, dal 106 al 100% del rapporto tra debito e prodotto interno lordo. Da quel momento, ogni risparmio sul costo dello Stato si trasformerà in riduzione delle aliquote fiscali. Contiamo di portare la pressione fiscale sotto il 40% a fine legislatura. Significa un 10% in meno delle tasse attuali che pagano le imprese e le persone".
Tutela alle famiglie "Alle famiglie abbiamo già provveduto con l’Ici, con la detassazione degli straordinari e con la rinegoziazione dei mutui - spiega il Cavaliere - uno dei primi interventi, appena il bilancio dello Stato lo consentirà, sarà quello di ripristinare il 'bonus bebè' per i nuovi nati. L’obiettivo finale sarà, invece, quel 'quoziente familiare' che ridurrà le imposte alle famiglie numerose in ragione del numero dei figli a carico". Le prime case del "piano Berlusconi" saranno pronte "con molto anticipo sulla fine della legislatura".Il presidente del Consiglio sostiene che "la crisi finanziaria internazionale potrà influire su certe riforme che noi con molta chiarezza abbiamo legato all’andamento del bilancio dello Stato". Tra i ritardi previsti, "l’imposizione fiscale sulla base del quoziente familiare". Ma non sul famoso Piano dal momento che questo non inciderà sui costi dello Stato.
Il "piano casa" "I terreni saranno pagati ai proprietari in metri cubi edificabili - spiega Berlusconi - ulteriori possibilità edificatorie saranno concesse alle imprese al fine di ottenere una riduzione dei costi per la realizzazione di appartamenti di dimensioni contenute ma molto razionali, in modo che le famiglie che andranno a occuparli si trovino a pagare un mutuo mensile addirittura inferiore ai canoni di locazione correnti sul mercato. Anche in questo settore la mia sfida è quella di costruire non solo un alloggio per chi ne è privo, ma anche di costruirlo, come ho già dimostrato nella mia vita, in una cornice ambientale e architettonica rispettosa delle persone e delle famiglie che decideranno di vivere in quegli spazi. Gli oneri dei servizi, come previsto dal federalismo fiscale, saranno di competenza dei comuni e delle regioni". Le prime case saranno "con molto anticipo rispetto alla fine della legislatura": "E' un obiettivo che non voglio mancare".
I soldi degli italiani Il presidente del Consiglio fa, poi, sapere che non consentirà "attacchi speculativi alle nostre banche e non accetterò che i cittadini italiani perdano neanche un euro dei loro depositi". Berlusconi segue con preoccupazione la crisi finanziaria che ha colpito Wall Street e produce i suoi effetti anche sulla Borsa italiana. Il Cavaliere pensa in particolare al caso Unicredit e assicura che lavorerà per impedire attacchi speculativi ai nostri istituti di credito. Ma nello stesso tempo, promette che non verranno toccati i soldi depositati dagli italiani.
Lotta all'evasione L’Istat stima che l’economia sommersa sia intorno al 20% del Pil. Su questa base, gli esperti stimano che l’evasione fiscale sia pari ad almeno 6 punti di pil, cioè 90 miliardi di euro. "Quando parliamo di federalismo fiscale - spiega Berlusconi - pensiamo anche a questo: se tutti pagassero le tasse come dovrebbero, la pressione fiscale sarebbe minore". Secondo il premier, il contributo dei comuni sarà "decisivo per accertare i redditi dei contribuenti che non fanno il proprio dovere". "Riducendo le aliquote, migliorando l’efficienza nella riscossione delle imposte, come già abbiamo iniziato a fare con Equitalia, e chiedendo la collaborazione ai comuni, che conoscono il tenore di vita dei propri cittadini. Equitalia sta già dando buoni risultati, incrementando le entrate fiscali di oltre il 30% rispetto al 2006".