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 IL PDL PUGLIESE DIFENDE LA RIFORMA DELLA SCUOLA Data: 14/10/2008
Appertiene alla sezione: [ Dal Territorio ]
“Dobbiamo restituire alla scuola e educativa che finora è mancata, reintrodurre la meritocrazia, e la gratificazione anche economica per i docenti, reinvestire i risparmi derivanti dalla razionalizzazione del personale in aumenti di stipendio per i docenti più meritevoli e in interventi mirati a migliorare la qualità della formazione e dell’istruzione”. Il coordinatore regionale della Puglia e provinciale di Bari di Forza Italia – Pdl, On. Antonio Distaso, difende la riforma della scuola del Ministro Gelmini approvata nei giorni scorsi dalla Camera dei Deputati e ora all’attenzione del Senato. In una conferenza stampa tenuta insieme con il Sen. Salvatore Mazzaracchio e i consiglieri regionali Giammarco Surico, Ignazio Zullo e Giovanni Copertino, Distaso ha chiarito: “Con rammarico il Governo ha dovuto porre la fiducia sul Decreto Gelmini perché l’opposizione, al di là delle buone intenzioni espressa ad inizio legislatura, aveva preannunciato in Parlamento barricate e ostruzionismo. Non potevamo permetterci il rischio di far scadere i termini di conversione in legge del Decreto che sta già producendo i suoi effetti dall’inizio dell’anno scolastico. La sinistra, con la complicità di certo Sindacato, sta purtroppo strumentalizzando maestre e bambini, veicolando messaggi distorti e sbagliati: non è una riforma ragionieristica, stiamo invece riportando al centro della scuola alunni e docenti; la riforma non prevede alcun licenziamento, ma intende invertire una tendenza per cui oggi il 97% delle risorse destinate alla scuola finisce nel pagamento degli stipendi di troppi insegnanti. Questo avverrà non con licenziamenti ma con pensionamenti e pre pensionamenti che non saranno tutti rimpiazzati. Quelle risorse saranno reinvestite in aumenti per i docenti più meritevoli, in interventi di edilizia scolastica e in formazione del personale. In Italia – ha aggiunto Distaso – ci sono oggi oltre 10mila 10 alunni e questo è inconcepibile. Reintrodurre il voto in condotta, l’insegnamento dell’educazione civica e il voto di merito accompagnato dal giudizio, significa riportare finalmente la meritocrazia nella scuola. Per spiegare la bontà della nostra riforma saremo il 25 ottobre prossimo in tutte le piazze italiane con materiale informativo destinato a correggere i messaggi distorti che la sinistra sta dando al Paese”. Difende la riforma anche il Sen. Mazzaracchio: “Non c’è alcuna volontà del Governo di penalizzare la categoria degli insegnanti; c’è invece la volontà di utilizzare al meglio le risorse della scuola. Eravamo ad un punto in cui gli alunni stavano per salire in cattedra al posto degli insegnanti con le conseguenze estreme del bullismo che ben conosciamo. Questa riforma quindi aiuterà anche le famiglie a formare i ragazzi”.
Il consigliere Surico ha citato il monito del Capo dello Stato: “Il Presidente Napolitano a fine settembre ha detto che sul necessario contenimento della spesa nella scuola, nessuna forza politica può sottrarsi. La sinistra forse non ha sentito”. Poi, da pediatra, ha difeso il ritorno al maestro unico: “Ci sono autorevoli studi americani che dimostrano come per il bambino di prima elementare occorre un unico punto di riferimento, averne due o tre, disorienta il bambino. La scelta della Gelmini quindi non è ragionieristica, ma dettata da esigenze psicopedagogiche”.
Gli ha fatto eco il consigliere Zullo: “Nella riforma c’è anche il provvedimento atteso da tante famiglie italiane che blocca i libri di testo per 5 anni, consentendo alle famiglie di risparmiare. Il ritorno del grembiule come facoltà e non come obbligo, rende i ragazzi tutti uguali tra loro; il voto in condotta e il voto di merito accanto al giudizio, è un ritorno a valutazioni obiettive e chiare, per reintrodurre in Italia la meritocrazia in opposizione al bullismo. Il Sindacato si agita ma per tenere tranquillo il Sindacato dovremmo smettere di fare riforme. Invece l’Italia va riformata con coraggio, come Berlusconi sta facendo”.
Il Pdl pugliese, insomma, non intende assistere alla finestra alle manifestazioni di piazza della sinistra ma, stavolta intende rispondere alla piazza con la piazza.

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