La VI^ Sezione del Consiglio di Stato ha pubblicato la sentenza che riformando la decisione del Tar Puglia ha annullato il Decreto n°377/2007 con il quale il Prefetto di Bari aveva immesso il Comune di Bari nel possesso non solo della sede del Teatro Petruzzelli ma anche delle parti dell’intero compendio.
Inoltre ha condannato in solido lo stesso Prefetto ed il Comune a risarcire le spese di giudizio.
Questa tegola arriva dopo la sentenza della Corte Costituzionale che invalidava l’esproprio del politeama barese previsto dalla Finanziaria 2007 del Governo Prodi e, ad un mese dal momento in cui il Sindaco Emiliano si è incontrato con la Fondazione Lirico Sinfonica e la famiglia Messeni Nemagna per monitorare lo stato di avanzamento dei lavori e risolvere la controversia legale.
Il Comune di Bari ha delle gravi responsabilità per tutte le modifiche strutturali e funzionali apportate all’immobile perché in difformità al progetto assentito dalla proprietà nel 2002.
A questo deve aggiungersi l’obbligo della restituzione immediata alla proprietà privata delle parti dell’immobile non destinate a sede del Teatro e l’obbligo di risarcire la proprietà per tutti i beni mobili che risultassero mancanti e per tutte le modifiche non autorizzate.
La famiglia Messeni Nemagna ha più volte fatto richiesta di fare sopralluoghi per verificare ciò che sta accadendo nel Petruzzelli perché da alcune notizie di stampa si è appreso che sono state apportate delle modifiche che non sono state mai condivise dalla famiglia così come si era invece verificato all’inizio, quando i lavori di restauro del Teatro Petruzzelli furono concordati con la famiglia in un Protocollo d’Intesa del 21.11.2002.
Quindi si tratta di modifiche apportate al progetto originario di ricostituzione che non sono state previste nel Protocollo d’Intesa del 2002 e, di fatto, non autorizzate per le quali i legali della famiglia vogliono chiedere il risarcimento dei danni per tutte le modifiche strutturali e funzionali che sono state fatte all’immobile in difformità del progetto assentito nel 2002.
La situazione è davvero ingarbugliata:
Il Consiglio di Stato ha dichiarato che ogni atto successivo ad una norma dichiarato incostituzionale è illegittimo.
L’Avvocatura distrettuale dello Stato ha detto che si stanno spendendo soldi pubblici per un immobile privato.
I lavori in corso, in ogni caso, sono difformi da quelli concordati con i proprietari all’epoca del Protocollo d’Intesa.