“Penso che sia mio dovere e dovere di tutti gli italiani ricordare oggi tutte le vittime della deportazione e il ruolo decisivo che gli ebrei hanno sempre svolto nella società italiana”. È uno dei passaggi della lettera inviata dal presidente del Consiglio dei Ministri, Silvio Berlusconi, al presidente della Comunità Ebraica di Roma, Riccardo Pacifici, che oggi ha ricordato i 75 anni dalla deportazione degli ebrei romani ad Auschwitz. “Caro presidente - esordisce la lettera di Berlusconi - e con particolare emozione che quest’anno ricordiamo la tragedia della deportazione degli ebrei romani, poiché proprio nell’autunno di 70 anni or sono l’Italia conosceva la vergogna della promulgazione delle leggi anti ebraiche. L’approvazione delle leggi razziali privava l’Italia del contributo essenziale di intellettuali, scienziati, artisti che rappresentavano motivo di orgoglio nazionale e che avevano fattivamente contribuito alla crescita culturale ed economica del nostro paese. Al sacrificio delle menti fece seguito, cinque anni più tardi, il sacrificio di tante vite umane di cui molte strappate alla città di Roma”.