Cortei in tutta Italia e giornate di mobilitazione organizzate dai Sindacati autonomi mentre il 30 ottobre è in programma lo sciopero proclamato dai sindacati contro la riforma di scuola ed università.
Tra il mondo della scuola ed il Ministro Gelmini la discordia sembra regnare sovrana.
Le strumentalizzazioni da parte dei sindacati e della sinistra sono tante e per questo bisogna fare attenzione a non farsi prendere da nessun allarme e da nessuna esagerazione, così come dice il Presidente della Repubblica.
Bisogna restituire alla scuola la funzione educativa, reintrodurre la meritocrazia e la gratificazione economica per i docenti reinvestendo i risparmi derivanti dalla razionalizzazione del personale.
La sinistra, con la complicità delle solite organizzazioni sindacali, sta strumentalizzando coloro che sono in buona fede o non hanno approfondito la riforma creando, di fatto, allarmismi inutili.
La riforma non prevede alcun licenziamento bensì una rivisitazione a tutto tondo del pianeta scuola.
Oggi il 97% delle risorse destinate alla scuola viene utilizzato per il pagamento degli stipendi di troppi insegnanti. Il provvedimento del Ministro Gelmini non prevede licenziamenti bensì pensionamenti e prepensionamenti che non saranno tutti rimpiazzati.
I risparmi derivanti da questa decisione saranno reinvestiti sempre nel mondo scolastico attraverso l’aumento di stipendi agli insegnanti più meritevoli, potenziando gli interventi nella edilizia scolastica e migliorando la formazione del personale.
La scelta della Gelmini quindi non è ragionieristica, ma dettata da esigenze psico - pedagogiche.
Nella scuola, ultimamente, è diventato quasi difficile sgridare uno studente per atti di vandalismo, bullismo nonostante sono ormai all’ordine del giorno.
La reintroduzione del voto in condotta, l’insegnamento dell’educazione civica ed il voto di merito accompagnato dal giudizio, daranno alla scuola la funzione educativa che si era scolorita.
Autorevoli studi dimostrano che per un bambino alle elementari è necessario un unico punto di riferimento perché con due o tre insegnanti si rischia un disorientamento dello scolaro.
Il ritorno del grembiule come obbligo e non come facoltà renderà i ragazzi tutti uguali fra loro e la scuola non sarà più luogo di passerelle dove fare sfoggio di griffe.
Le famiglie risparmieranno perché i libri di testo saranno validi per 5 anni.
Per quanto riguarda il ridimensionamento della rete scolastica la sinistra dimentica che nel 98, quando era al Governo, è stato emanato un DPR che prevedeva la soppressione dei piccoli istituti scolastici.
Oggi il decreto legge conferma la razionalizzazione della rete scolastica; si tratterà, quindi, di accorpare in una sola istituzione scolastica, le scuole con meno di 500 alunni, mentre, si prevederà la chiusura per tutti quegli istituti con 50 alunni; tutto da stabilire entro il 30 novembre di ogni anno pena commissariamento per le Regioni inadempienti alla soppressione o fusione.
In Italia sono 2591 gli Istituti Scolastici che rischiano di essere accorpati e che non raggiungono la soglia dei 500 studenti necessaria a giustificarne l’autonomia con tanto di Preside e Direttore Amministrativo.
Quindi, quelli della sinistra e dei sindacati, sono messaggi distorti che mirano a denigrare e mistificare la realtà per gettare discredito sull’azione di governo.