Finalmente ritorna il maestro unico, finalmente la scuola guarda al passato per crescere nel futuro.
Il maestro unico torna in aula per ripristinare un’unità pedagogica fondamentale nelle scuole primarie, essenziale affinché l’apprendimento dei più piccoli possa essere unitario e frutto di un progetto studiato, costante e continuativo.
Il cosiddetto modulo era stato introdotto nel 1990 con una scelta sciagurata: anziché aumentare lo stipendio degli insegnanti elementari, il sindacato volle che se ne aumentasse il numero. Un tre per due da offerta al supermercato. Risultato: molti maestri, tutti con stipendi da fame.
La scuola primaria è il primo contatto che ogni bimbo ha col mondo che lo circonda; l’apprendimento in questa prima fase d’età dipende dall’approccio che gli insegnanti stabiliscono con i piccoli.
È importante che la scuola primaria torni a dare ai bimbi quello che più gli occorre: le basi e il metodo per studiare e non una pioggia di insegnamenti svariati e slegati l’uno dall’altro.
È essenziale che la scuola torni a concedere ai piccoli scolari la possibilità di avere una signora maestra o un signor maestro, guida autorevole e al tempo stesso compagna nelle sfide di ogni giorno, che segue ogni fase dell’apprendimento e crescita della classe da vicino e con costanza, che studia metodi di insegnamento ad hoc per i suoi alunni e che integra gli insegnamenti nel modo più coerente possibile. Una figura vicina al bambino per cinque anni, una persona in grado di meritare col tempo la fiducia e la stima della classe e dei genitori.
A chi dice che così si "demolisce" la scuola primaria italiana, quinta per qualità nelle classifiche internazionali, rispondiamo che i primi quattro sistemi scolastici hanno il maestro unico.
A chi si lamenta dei tagli ai posti, diciamo che è meglio avere meno insegnanti, più preparati e meglio pagati.
Sosteniamo il ministro Mariastella Gelmini nella sua battaglia per una scuola di qualità.