di G. Salotti, Mursia Editore
270 pagine, 19 euro
La socializzazione fu l’ultimo atto del fascismo della Rsi. Ne fu ispiratore Nicola Bombacci, uno che a Salò non doveva esserci. Figlio di una guardia pontificia, era stato socialista massimalista e poi fondatore del Partito comunista insieme a Gramsci e Togliatti. Ma non fu un traditore: si è considerato sempre un socialista. Sarà catturato con Benito Mussolini in fuga e fucilato a Dongo insieme ai gerarchi, gridando: «Viva il socialismo». Salotti ricostruisce la verità di un morto scomodo per tutti.