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 SCUOLA: INDIETRO DI TRENTANNI Data: 30/10/2008
Appertiene alla sezione: [ Il commento del giorno ]
Sono ancora frammentarie ( e come al solito giā gonfiate) le notizie sui numeri dei partecipanti agli scioperi proclamati dai sindacati contro la riforma della scuola elementare che da ieri č legge dello Stato. Giā questa prima constatazione consente di guardare allo sciopero di oggi con qualche scetticismo e qualche domanda. A che serve lo sciopero contro una riforma che č divenuta legge? Se sciopero doveva esserci, avrebbe dovuto esserci prima cosicchč da tentare, solo tentare!, di impedire che il Parlamento legiferasse. Giā, il Parlamento. Non č il Parlamento il sovrano interprete delle volontā popolari? Non č nel Parlamento che si confrontano democraticamente e liberamente le opinioni? E non č nel Parlamento che alla fine, in nome della democrazia che č fatta di numeri, i numeri decidono? Invece, no. E sebbene possa comprendeersi l'atteggiamentio dei sindacati, gli eterni scasciacarrozze della economia italiana, il cui unico obiettivo č di difendere i privilegi e tutelare gli interessi costituiti, non č invece comprensibile l'attteggiamento e il comportamento delle forze poitiche e di qualche suo capetto, tipo Veltroni. Veltroni si č messo alla testa del corteo degli sciperanti romani, accanto al capo della CGIL, quell'Epifani che forse č riuscito ad affossare definitivamente l'Alitalia (č dell'ultima ora la notizia che la CAI starebbe per lasciare a causa dell'opposizione dei sindacati alla firma dei nuovi contratti di lavoro che tagliano privilegi e costi). Eppure Veltroni, qualche mese fa, non pių di dieci-12 mesi fa, sproloquiava di un nuovo corso della politica, fatta di dialogo e di reciproco rispetto fra i contendenti, č lo stesso che dichiarava, con la solita faccia da bambino che ha appena mangiato la marmelalta, che il PD ha la vocazione aggioritaria....E' lo stesso che ora capeggia una pseudo rivolta contro la volontā del Parlamento liberamente eletto, rivolta che č anche il frutto di indicibili falsitā che la sinistra veltroniana ha messo in circolo per convincere genitori superficiali e incattiviti a portare in piazza i loro figlioletti che frequentano le scuole elementari, strumentalizzandone l'infanzia per squallide ragioni politiche. Che vergogna. Al di lā del merito della contesa, č quello di Veltroni un atto di irresponsabilitā che riconduce la politica italiana a trentanni addietro, ai tempi non della prima repubblica che pure ha tanti meriti, compreso quello di aver offerto ad uno come Veltroni il modo di sbarcare il lunario senza avere nč arte, nč parte, ma ai tempi in cui lo sciopero era usato come arma di pressione politica, vuotandone di significato e di valenza morale l'uso. Veltroni voleva passare alla storia come un moderno statista, atteggiandosi a persona illuminata di stile americano, sarā ricordato come uno dei paggiori agit-prop di memoria vetero leninista.

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