"Lo dico con fermezza: contro la crisi non siamo in ritardo, come afferma la sinistra". Lo ha affermato il presidente Berlusconi nella conferenza stampa che ha fatto seguito alla conclusione del G20 di Washington.
“ Intendiamo investire 80 i miliardi per aiutare le imprese e le famiglie. Una misura che ridurrà lo stress degli italiani di fronte a queste difficoltà. Nessuno in Europa ha fatto niente da solo. Ora stiamo valutando interventi su scala globale. Ma in Italia grazie alla decisione di anticipare la finanziaria a luglio e prevedere la sua applicazione nei tre anni, abbiamo prevenuto ogni rischio.".
Ottanta miliardi, ha sottolineato il nostro premier, per dare una risposta all’Italia da subito, a partire con le misure che assumera’ il Cipe il prossimo 21 novembre. Quel giorno ci saranno interventi per 16 miliardi sul versante delle infrastrutture e del project financing. In particolare, per far fronte a questa emergenza, Berlusconi ha annunciato un decreto legge.
Berlusconi ha parlato del G20 definendolo "un avvenimento storico. Per la prima volta di fronte a una crisi globale le grandi economie mondiali propongono misure politiche ed economiche globali. Sono emerse valutazioni comuni, con scadenze temporali definite per lavorare al rilancio dell’economia, avere maggiore trasparenza, piu’ controlli e piu’ coordinamento internazionale. E aiutare le banche a fare il loro mestiere. La novita’ piu’ rilevante di questa riunione e’ proprio la presenza delle maggiori economie emergenti, le grandi realta’ con cui il tradizionale assetto degli otto grandi dovra’ sempre piu’ confrontarsi. Ma le politiche di controllo dell’economia non devono portare a tentazioni protezionistiche che rovinerebbero il sistema".
Silvio Berlusconi è tornato a parlare dei rapporti Italia-Stati Uniti. Richiesto di un giudizio sulle prime mosse di Barack Obama per affrontare la crisi, ha commentato: "Per dare giudizi bisogna vedere il team di Obama. Aspettiamo che tali scelte impattino con la realta’, perche’ un governo non puo’ esimersi da scelte compromissorie. Tuttavia sono certo che anche con il presidente eletto riusciro’ ad avere lo stesso rapporto di fiducia e stima che ho avuto con George Bush".