Se il Presidente Barack Obama nominera’ la senatrice Hillary Clinton Segretario di Stato, si confermera’ il detto di James Carville, il piu’ brillante - e sboccato -, degli strateghi democratici: “durante la campagna elettorale si accoltellano i nemici; dopo la vittoria, gli amici.”
Per i sostenitori di Obama questa nomina e’ percepita proprio come una coltellata alla schiena. Non amano ne’ rispettano Hillary Clinton, e non perche’ e’ una donna, ma perche’ e’ Hillary Clinton: una persona intelligente e disciplinata dall’ambizione senza limiti, che non si fa scrupoli di preferire la segretezza e la concentrazione del potere, perche’ e’ convinta di conoscere meglio di chiunque altro quello di cui “il popolo” ha bisogno. In questo senso e’ l’anti-Obama, che e’ riuscito a mobilitare milioni di volontari, e di voti, con la promessa di un governo trasparente e democratico.
A tutt’oggi manca una conferma ufficiale. Non e’ neanche chiaro da dove sia partita la voce della potenziale nomina di Hillary Clinton a Segretario di Stato. E’ probabile che sia stato il campo della Clinton a mettere in giro la voce per influenzare la scelta di Obama nel momento in cui i due vecchi rivali si incontravano per decidere il ruolo della senatrice di New York nella nuova amministrazione.
E’ certo che il campo della Clinton e’ in grande fermento, come quando si sparse la voce di una sua possible inclusione nel ticket presidenziale, come vice di Obama. Incapaci di rassegnarsi alla perdita di una nomina che consideravano piu’ come un diritto che un obiettivo da raggiungere, i fan della Clinton cominciarono a vederla almeno come numero due. Ma chiunque con un briciolo di fredda intelligenza comprese che la possibilita’ di Clinton vice presidente fosse una fantasia senza fondamento. Le ragioni alla base di questo giudizio restano valide anche per la possibilita’ di Clinton Segretario di Stato.
Hillary Clinton non viaggia da sola nella politica Americana. Il marito, l’ex-presidente Bill Clinton, le rimane attaccato come un gemello siamese. Nominare Hillary significa nominare anche Bill, un politico dalla statura internazionale e dall’illimitato appetito per il potere e la luce dei riflettori. Come Bill Clinton, Hillary non e’ abituata ne’ ama restare sullo sfondo. Da vice-presidente, sarebbe entrata in competizione con Obama, aiutata da Bill, proiettando una presidenza a tre. Da Segretario di Stato, occuperebbe il posto piu’ prestigioso dopo quello del presidente. E con Bill Clinton gia’ posizionato come potenziale inviato speciale sulle questioni internazionali piu’ spinose, questa coppia imprenditoriale per eccellenza acquisirebbe troppo potere per il normale funzionamento della nuova amministrazione e lancerebbe una sfida alla leadership di Obama. Come ha suggerito l’ex-ambasciatore Americano alle Nazioni Unite John Bolton, un conservatore che come Cheney possiede la consumata competenza di un burocrate nato, la nomina di Clinton metterebbe in difficolta’ il presidente, violando la seguente regola d’oro di ogni organizzazione: “non assumere mai uno che non potrai licenziare.”
Il coro dei pareri positivi sulla scelta di Hillary Clinton come Segretario di Stato si limita ai suoi sostenitori e a qualche Repubblicano, incluso Henry Kissinger. Il campo di Obama, che per ora tace, ha gia’ espresso il proprio parere sulla competenza di Hillary Clinton in campo di politica internazionale, una competenza di cui la senatrice si e’ sempre fatta vanto in modo piuttosto vanaglorioso. Durante le primarie, la Clinton si presento’ come mediatrice nel conflitto dell’Irlanda del Nord, e rammento’ di essere stata sotto il fuoco dei franchi tiratori a Sarajevo. Nessuna di queste asserzioni ha alcun fondamento. Susan Rice, consigliere di politica estera di Obama, commento’ che l’essere sposata al presidente degli Stati Uniti non conferisce alcuna esperienza particolare. Samantha Power, esperta di diritti umani e politica estera, defini’ Hillary un “mostro,” una dichiarazione che le costo’ la posizione di consigliera particolare di Obama sulle questioni di politica estera. Greg Craig, che conosce i Clinton fin dai tempi dell’universita’ e fu il legale del presidente durante la procedura per il suo impeachment, oggi e’ capo di gabinetto della Casa Bianca di Obama: ha sempre confermato che Hillary non ebbe mai alcun ruolo nella politica estera dell’amministrazione Clinton.
I rivali della Clinton per la posizione di Segretario di Stato sono molto meglio preparati di lei per servire il paese con distinzione. Bill Richardson, governatore del New Mexico, e’ stato Ambasciatore Americano alle Nazioni Unite e inviato speciale in Darfur. Un grande amico dei Clinton, li tradi’ nelle primarie e passo’ al campo opposto proprio quando Obama ebbe piu’ bisogno di lui, all’apice dello scandalo causato dalle dichiarazioni radicali del reverendo Wright. Il senatore John Kerry, candidato alla presidenza nel 2004, ha un’ampia esperienza nel campo delle relazioni internazionali. Anche lui passo’ al campo di Obama nel momento critico delle primarie nel New Hampshire. Ugualmente esperto e’ il Repubblicano Chuck Hagel, senatore del Nebraska e amico di Obama, che potrebbe rappresentare la vera innovazione dell’amministrazione entrante come membro del gabinetto proveniente dal partito all’opposizione.
Hillary Clinton non sarebbe la prima donna a ricoprire un incarico cosi’ alto. Altre sono state segretarie di Stato: Madeleine Albright nell’amministrazione Clinton e Condoleeza Rice con George Bush. Entrambe avevano alle spalle esperienza nel campo a livello di gabinetto, la Albright come Ambasciatrice alle Nazioni Unite e la Rice come Consigliere della Sicurezza Nazionale. Entrambe avevano una preparazione intellettuale adeguata ai compiti del Segretario di Stato. Non si puo’ dire lo stesso di Hillary Clinton. E gia’ nelle prime nomine il team di Obama si sta distinguendo per la preferenza che da’ alla competenza, all’esperienza e all’etica. Scegliere la Clinton nella rosa di candidati al Segretario di Stato contraddirebbe la politica seguita finora. Inoltre, non sembra possibile che possa passare attraverso il setaccio dei garanti dell’etica che esaminano tutte le nomine
Il vero problema e’ quale ruolo far svolgere alla Clinton nell’amministrazione, dopo che la sua richiesta di dirigere una Commissione del Senato sulla riforma sanitaria e’ stata bocciata prontamente da Ted Kennedy. Da decenni il senatore del Massachusetts si batte per garantire l’assistenza sanitaria agli Americani che non ce l’hanno, e nonostante l’eta’ avanzata e la salute precaria non vuole abbandonare la partita ora che con Obama e una solida maggioranza democratica al Senato esistono le condizioni per riuscire. Ma qualsiasi sara’ la decisione di Obama sul ruolo della Clinton, dovra’ arrivare nei prossimi giorni. Facendo circolare le voci della sua nomina a Segretario di Stato il campo della Senatrice di New York ha anche preparato il terreno per polemiche intestine, distraendo la nuova amministrazione dalla sua priorita’ fondamentale, che e’ la soluzione da dare alla crisi economica. E Obama non sembra intenzionato a farsi deragliare dai doveri del governo.