di Francesca Angeli
Dimezzare gli aumenti di stipendio biennali per il professore che non fa ricerca. E non solo. Il docente universitario che non produce pubblicazioni scientifiche verrà automaticamente escluso dalle commissioni di valutazione per il reclutamento e anche dalla ripartizione dei fondi del ministero destinati ai progetti di ricerca di rilevanza internazionale (Prin). È pronta una decisa sterzata nella direzione della meritocrazia per gli Atenei italiani grazie agli emendamenti al decreto sull’università presentati al Senato dal relatore del provvedimento, Giuseppe Valditara. Il decreto licenziato il 6 novembre scorso dal governo e firmato dal ministro Mariastella Gelmini, contiene disposizioni urgenti per il diritto allo studio, la valorizzazione del merito e la qualità del sistema universitario e della ricerca. Al momento si trova in commissione Istruzione a Palazzo Madama e qui sono stati depositati una serie di emendamenti messi a punto dal senatore Valditara che avrebbero già trovato piena condivisione da parte della maggioranza e del governo. Quello più significativo, e che non mancherà di provocare reazioni contrastanti nella categoria, riguarda la valutazione dell’attività di ricerca. Inserito dopo l’articolo 3, prevede che gli scatti biennali destinati a maturare a partire dal 1° gennaio 2011 (non prima, altrimenti avrebbe un profilo incostituzionale) siano «disposti previo accertamento da parte dell’autorità accademica della effettuazione nel biennio precedente di pubblicazioni scientifiche». Il blocco dell’automatismo degli scatti in molti dei settori del pubblico impiego, e anche per i magistrati, è un argomento all’ordine del giorno nel centrodestra che cerca la via più diretta per riportare efficienza e qualità nei servizi. Il nodo più difficile da sciogliere appare proprio quello legato alla valutazione del merito: chi e come deve giudicare? Nel caso degli accademici i criteri per valutare, in modo obiettivo, il carattere scientifico delle pubblicazioni saranno stabiliti in un decreto ad hoc, dopo aver sentito gli organismi competenti, il Consiglio universitario nazionale (Cun) e il Comitato di indirizzo per la valutazione della Ricerca (Civr). E per i professori che non avranno pubblicazioni scientifiche di rilievo nel biennio precedente lo scatto verrà diminuito della metà. L’assenza di produzione scientifica di rilievo poi avrà una ricaduta non soltanto economica ma anche sul prestigio accademico. I professori di prima e seconda fascia ed i ricercatori che nei cinque anni precedenti non abbiano effettuato pubblicazioni scientifiche saranno esclusi sia dalla ripartizione dei fondi Prin sia dalla partecipazione alle commissioni di valutazione comparativa per il reclutamento rispettivamente di professori di prima e seconda fascia e di ricercatori. «Un docente estraneo al dibattito scientifico non ha titolo per giudicare i candidati», commenta il senatore Valditara. Sul fronte della richiesta di trasparenza agli Atenei da parte del governo un altro emendamento riguarda la pubblicità delle attività di ricerca delle Università. In sostanza si impone al rettore di presentare alla fine di ogni anno «una relazione concernente i risultati delle attività di ricerca, di formazione e di trasferimento tecnologico nonché i finanziamenti ottenuti da soggetti pubblici e privati». Tutti i dati dovranno essere pubblicati sul sito dell’Ateneo e trasmessi al governo. Dove sta la novità? Chi non li pubblicherà subirà una pesante ricaduta sui finanziamenti perché il non averli resi noti comporterà una stretta sulle risorse che verranno messe a disposizione sia per quanto riguarda il fondo ordinario sia per quello straordinario. «Questi dati - osserva Valditara - saranno utilissimi anche agli studenti per valutare la qualità dell’Ateneo al quale ci si vuole iscrivere: il livello della produzione scientifica, la capacità di intessere proficui rapporti col mondo dell’impresa». Dal prossimo anno poi si definirà con un decreto la costituzione di un’Anagrafe nazionale nominativa di professori ordinari ed associati e dei ricercatori contenente «per ciascun soggetto l’elenco delle pubblicazioni scientifiche prodotte». L’Anagrafe sarà aggiornata ogni anno e soprattutto sarà obbligatoria.