Sono passati 59 anni dalla splendida domenica di primavera del 18 aprile 1948, splendida non solo per il sole che accarezzava la gente ma sopratutto perchè quel giorno gli italiani si salvarono dal destino terribile che sembrava profilarsi all'orizzonte, il passaggio dell'Italia dalla parte sovietica. Il 18 aprile del 1948, quando le "ragazze aprivano le finestre al nuovo sole" e "messer aprile fa il rubacuori", gli italiani sconfissero il Fronte Popolare dei comunisti di Togliatti e dei socialisti di Nenni e diedero la vittoria con la maggioranza assoluta al partito di Alcide De Gasperi, la Democrazia Cristiana. Forse nessuno allora potè appieno misurare gli effetti e le conseguenze di quel voto e di quella decisione, nessuno conosceva ciò che avremmo saputo decenni più tardi a proposito del "paradiso sovietico" dove la fame, la miseria, l'oppressione, la tirannide, i campi di concentramento, le galere più orrende, le prevaricazioni più indicibili, le vessazioni più violente, avrebbero accompagnato per 50 anni i popoli che a differenza della nostra Italia, non riuscirono a sottrarsi alla dominio sovietico. L'Italia fu fortunata e coraggiosa, coraggiosi furono gli uomini e le donne, i dirigenti politici e gli attivisti di base che contribuirono a sconfiggere il Fronte Popolare che col simbolo della testa di Garibaldi sembrava inarrestabile. Invece il Fronte fu sconfitto e da allora il nostro Paese iniziò la lunga strada che l'avrebbe portato dalla miserabile condizione di paese e popolo sconfitti dalla guerra a Paese e Popolo che riscattavano la loro condizione e costruivano una nuova identità in un nuovo benessere che presto li avrebbe spinti alla vetta fra i paesi più industrializzati del mondo e alla conquista di traguardi che sarebbero stati impensabili a chi avesse percorso le strade del nostro paese alla fine della guerra. Nell'anniversario di quell'indimenticabile 18 aprile dobbiamo rendere omaggio ai protagonisti di quella straordinaria epopea, primo fra tutti ad Alcide DE GASPERI, l'uomo della ricostruzione, al presidente del Consiglio che seppe guidare una battaglia difficile, che seppe affrontare le aggressioni personali e verbali di cui fu fatto oggetto (memorabile Togliatti che gli promise che l'avrebbe preso a pedate....) da parte di quelli che, da sempre, dell'insulto personale e della criminalizzazione dell'avversario hanno fatto le loro uniche armi politiche; e a tutti gli altri protagonisti di quella memorabile battaglia elettorale, con una menzione speciale per uno scrittore che ci è particolarmente caro, Giovanni GUARESCHI, che allora era appena tornato dal campo di concentramento germanico, da dove aveva scritto le prime pagine del romanzo popolare che sarebbe stata la sua vita. GUARESCHI fu l'autore del manifesto che, affisso sui muri di tutta Italia, contribuì più di qualsiasi altro alla sconfitta del Fronte Popolare socialcomunista. Vi si raffigurava un soldato, costretto dietro i fili spinati della già allora eretta cortina di ferro che diceva "Mamma, votagli contro anche per me!
A De Gasperi e a Guareschi, a Gedda e ai suoi memorabili Comitati civici che operarono in tutta Italia, e a tutti gli altri, rivolgiamo oggi il nostro pensiero riconoscente di uomini nati e vissuti in un Paese libero e democratico, grati per quanto essi hanno fatto perchè a noi non fosse riservato il destino dei gulag e del terrore.