Quello che è successo nelle ultime 72 ore nella Giustizia italiana è devastante. Anche chi volesse continuare a tenere la testa sotto la sabbia è costretto a tirarla fuori. Quello che è successo a Catatanzaro è semplicemente inaudito. Solo in una repubblica delle banne può accadere che una procura della Repubblica, quella di Salerno, sia pure a seguito di una denuncia presentata, è necessario evidenziarlo, da un magistrato già oggetto di provvedimento disciplinare da parte del CSM, possa emettere provvedimenti di sequestro a carico di un'altra procura, che lo faccia eseguire dai carabinieri come se in quell'altra procura, quella di Catanzaro, non ci fossero Giudici ma malavitosi peggiori dei mafiosi e che addirittura i carabinieri, sempre per ordine dei giudici di Salerno, stando a quel che pare sia emerso in sede di CSM, abbiano costretto un giudice di Catanzaro a denudarsi. Sembra la trama di un film di Ridolini o di Charlot e non invece il resoconto, sia pure sommario, dello scontro violento, peggiore di una guerra irachena, tra rappresentanti dello Stato, anzi tra i garanti della certezza dell'esistenza dello Stato. Invece è davvero accaduto ed è devastante, raccrappicciante, pazzesco. Ci chiediamo. Se questi sono i comportamenti usati nei confronti di Giudici, cosa capita ad un inerme cittadino che capiti nelle mani di persone che sono apparse senza scrupoli, senza riguardi, senza rispetto, neanche per se stessi, oltre che per il loro ruolo, giungendone al vilipendio cosicchè da indurre a ritenere che lo Stato non ci sia più? Ci domandiamo, come può un cittadino qualsiasi, si chiami Brambilla e Cicciomessere, avere più alcuna fiducia in una Giustizia che agisce come le cosche: si spara contro , a colpi di reciproci sequestri di atti? Non è solo la Magistratura a subire un colpo durissimo alla sua credibilità, checchè ne dica il presidente dell'ANM che altro non ha saputo fare che elogiare il cerchiobottismo del CSM che come si fa con i bambini ha punito entrambi i contendenti per far finta di essere equanime, in verità per tenere contenti tutti, i fautori del sequestro e quelli del controsequestro delle carte di una inchiesta per molti versi strana, che coinvolge nomi noti e meno noti. E' lo Stato che ne esce a pezzi, è lo Stato che perde la sua credibilità, è lo Stato che ha perduto la faccia. Ecco perchè urge che intervenga il Governo, subito, senza reticenze, ritardi o rinvii. Il governo Berlusconi ha una maggioranza schiacciante in entrambi i due rami del Parlamento. Può e deve andare in Parlamento e varare la riforma della Giustizia, e poco importa che sia o meno disponibiile la minoranza del PD. Il PD è l'ex partito comunista, quello che era stato abituato a contrattare anche le virgole per trarre vantaggi per sè e per i propri cari in altri tempi,ma anche adesso vuole fare la stessa cosa. Solo che ora non solo i tempi sono cambiati (almeno si spera!), ma la casa brucia, non si può attendere o perdere altro tempo. Il presidente Berlusconi ha già perso un'altra occaisone, quella del governo 2001-2006, quandpo, egli dice, altri gli impedirono di fare la riforma della Giustizia. Ora non ha più alibi, non può nascondersi nè consentire che altri si nascondino dietro qualsivoglia alibi: è tempo di agire e di agire in fretta. Gli italiani sono contenti delle tante cose che sono stare fatte ma si attendono ben altri livelli decisionali e la Giustizia è al primo posto. Coraggio, Presidente, se ne freghi del PD e dei temporeggiatori e faccia come quando ha dato vita prima a Forza Italia e poi al PDL, faccia di testa sua. Gli italiani gliene saranno grati.