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 FRATTINI E BONDI: RIVALUTARE L'ARTE DEL VENTENNIO FASCISTA. Data: 10/12/2008
Appertiene alla sezione: [ Opinione ]
Al di là di ogni nostalgia, bisogna guardare "con obiettività" all'arte e all'architettura fasciste: lo hanno sostenuto il ministro degli Esteri Franco Frattini e quello per i Beni e le Attività culturali Sandro Bondi, presentando il libro 'Il palazzo della Farnesina al Foro Italico'.

Quello che ospita la sede del ministero degli Esteri è un edificio che, in origine, doveva diventare la sede del Partito nazionale fascista. "Poi, fortunatamente, dalla caduta del fascismo è diventato un grande palazzo che oggi ospita la più grande struttura ministeriale e che è al tempo stesso un esempio di architettura dell'inizio del Novecento. All'interno c'è una galleria di arte contemporanea, la collezione Farnesina, che tutto il mondo ci invidia" ha ricordato Frattini.

"Per tante persone che ci lavorano la Farnesina è un ufficio ma per il sistema Italia è una testimonianza importante dell'arte e della cultura italiane" ha proseguito il capo della diplomazia, secondo cui è importante "avere cura di questo straordinario patrimonio". Da qui la pubblicazione, edita dalla Fratelli Palombi di Roma, che si avvale di materiale per gran parte inedito e proveniente dall'Archivio dell'architetto Del Debbio, come ha precisato Massimiliano Monnanni della Fondazione Mario Moderni.

"Un'opera per cui il ministero degli Esteri non ha speso un euro" ha commentato Frattini spiegando che il palazzo della Farnesina, a suo giudizio, "rappresenta quello che l'Italia vuole essere nel mondo", ovvero "strumento di diffusione della cultura, non di potere tradizionalmente inteso, capacità di essere attore, protagonista", ma allo stesso tempo cercare "condivisione, solidarietà e multilateralismo".

"Credo che sia un pezzo della storia della nostra architettura dello scorso secolo. Quindi può piacere o no: a me personalmente piace, anche nella sua imponenza" ha detto ancora Frattini, parlando di "un'opera della nostra storia recente, che come tale dobbiamo interpretare". Per il ministro dei Beni culturali, il volume - finanziato dalla Fondazione Moderni e Monte dei Paschi di Siena - suscita proprio una "riflessione sul significato e sull'importanza dell'arte e dell'architettura durante il regime fascista".

"Il mio non è un riferimento nostalgico" ha precisato Bondi, citando lo storico e teorico dell'arte Carlo Ludovico Ragghianti "quando più di trent'anni fa scriveva che proprio gli antifascisti dovevano essere capaci di guardare con obiettività alla storia d'Italia durante quegli anni perciò anche di non nascondere le realizzazioni notevoli che furono possibili in quei decenni".

Il ministro della Cultura ha menzionato "l'arte e l'architettura" ma anche "il campo dei lavori pubblici" e dei beni culturali ("la prima legge di protezione dei beni culturali e del paesaggio è del 1939"), "la legislazione con il codice di procedura civile". "Il nostro paese è ricco di opere d'arte e di architettura del passato ma è povero di quelle del presente: per questo c'è il dovere di custodire il patrimonio del passato ma anche di sostenere l'opera degli artisti contemporanei" ha concluso Bondi.

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