In parte sì, erano diversi. Un presidente di una coop era diverso da un cassiere socialista. Il sistema di finanziamento illecito del Pci-Pds era spesso diverso e meno individuabile: più spersonalizzato, periferizzato, sorretto da portatori d'acqua e intestatari di patrimoni immobiliari impermeabili al carcere. Diverse furono le elargizioni dall’Urss e le commesse dall’Est, tutti reati amnistiabili. Diversa, soprattutto, fu la gestione di Mani pulite da parte del Pool di Milano. Non ci fu tanto una primigenia e complottarda volontà di salvare la sinistra, anche se Gerardo D'Ambrosio certo non remava a favore. È che il Pool sceglieva gli obiettivi a seconda delle possibilità del momento, e adottava una tattica che Francesco Saverio Borrelli definì «Blitzkrieg», la guerra lampo degli eserciti germanici: una penetrazione impetuosa su una fascia molto ristretta di territorio lasciando ai margini le sacche laterali, le più difficili da sfondare. Il Pool agiva così: tendeva ad arrivare molto rapidamente a risultati certi e popolari (Craxi, la Dc) e lasciava da parte vicende magari grosse, e magari rosse, da esplorare poi. E qualche scarno risultato giunse appunto poi, ma il clima intanto era già cambiato e certe forzature non potevi più farle. La stampa pensava già ad altro, la gente era stufa, chi c'era c'era. Il Psi non c'era. Il Pds sì. Peccato per quel Berlusconi.