Continua il teatrino quotidiano del Partito Democratico e dell'Italia dei Valori. Ora siamo davvero al ridicolo: due casi su tutti. Il primo riguarda Renato Soru: cosa fa per ricandidarsi alla guida della Sardegna aggirando un potenziale conflitto d'interessi? Ebbene sì, passa "L'Unità" - di cui è proprietario - al fratello. Ci ricorda un certo Silvio Berlusconi, che ha passato "Il Giornale" ad un certo fratello Paolo. Il Pd rassicura: se a farlo è Soru, va benissimo. Ma se a farlo è Berlusconi, siamo praticamente al regime: curiosa lettura dei fatti. Grazie a Dio in Italia ci sono ancora giornali - in questo caso il "Corriere della Sera", che non a appartiene nè a Soru nè a Berlusconi - che parlano apertamente di "doppiopesismo": qui l'editoriale di Pierluigi Battista.
Secondo caso. Dobbiamo usare il condizionale: si tratta di indagini e intercettazioni, e fino al terzo grado di processo in questo Paese vige ancora (o almeno dovrebbe) la presunzione di innocenza. Fa però un certo effetto vedere il figlio di Antonio Di Pietro - oh yes, proprio il campione dei pesi massimi della legalità e del giustizialismo - sospettato di raccomandazioni varie. Recita il testo dell'informativa legata agli atti: "Di Pietro chiede alcuni interventi di cortesia quali: affidare incarichi a persone da lui segnalate anche al di fuori degli ambiti di competenza istituzionale; affidare incarichi ad architetti da lui indicati e sollecitati anche da Nello Di Nardo; interessi di Cristiano in alcuni appalti e su alcuni fornitori. Naturalmente le sue richieste vengono subito esaudite. "Gli ho dato l'incarico! Poi non l'ho ancora dato a lei! Lo passerò sempre a te e poi ce lo farai avere tu!", gli dice Mautone".