Finché a fare il neo-garantista era solo Luciano Violante, i più maliziosi potevano pensare che si trattasse di una mera campagna di autopromozione dell'ex magistrato diessino per la carica di giudice costituzionale. Adesso che ad ingrossare le file del partito “Anche i giudici sbagliano” sono arrivati numerosi e autorevoli esponenti del Pd da ogni parte d'Italia (soprattutto dalle regioni in cui la magistratura s'è interessata agli amministratori democrats), la spiegazione non basta più.
Anche perché l'escalation è a dir poco sorprendente. Ci eravamo appena abituati agli appelli di Violante contro la casta in toga, che ci è toccato sorbirci i sermoni di Massimo Brutti – neo commissario del Pd abruzzese dopo la deposizione di Luciano D'Alfonso - sulla criticabilità degli atti giudiziari, con tanto di sofistici sottintesi su chi possa criticarli e chi non deve permettersi di farlo.
Sulle denunce di Veltroni sui “fatti gravissimi” di Pescara stendiamo un velo pietoso: durante le Feste è vietato infierire, altrimenti avremmo potuto ricordare al segretario Pd i suoi silenzi o le sue esternazioni a sproposito in occasione di altrettanti “fatti gravissimi” su cui la sua parte politica ha lucrato per decenni. Ma di certo non possiamo non spendere una parola sulla proposta di Lanfranco Tenaglia: affidare la decisione sulla custodia cautelare a un collegio di tre giudici e non più a uno solo. Ma bene, ma benissimo: sorvolando sul fatto che almeno un paio di ex Guardasigilli potrebbero rivendicarne il copyright, colpisce il fatto che il ministro della Giustizia, invece di aprire finalmente ad una riforma complessiva di sistema, abbia concentrato la sua attenzione solo su un passaggio procedurale relativo alla carcerazione preventiva. Ma il Pd ci ha sempre detto che non si fanno le leggi sull'onda di un caso specifico, tantomeno per risolvere i guai giudiziari degli amici, quindi siamo sicuri che gli arresti richiesti e poi revocati per il sindaco D'Alfonso e per il deputato Margiotta, con la proposta Tenaglia non c'entrano assolutamente niente.
Smaltita quest'ennesima sorpresa, pensavamo di poter passare l'Epifania senza ulteriori colpi al cuore. E invece no: il Messaggero di oggi, infatti, ci informa che la diga è ormai rotta, e i tecnici del Pd starebbero addirittura lavorando a una proposta sulla responsabilità dei magistrati: hanno sbagliato, abbiamo detto che possono essere criticati, ora paghino!
Tutto bene, tutto benissimo. Da garantisti quali siamo e orgogliosamente rimaniamo, non possiamo che essere felici di cotanta redenzione da parte degli ex militanti del partito delle manette. Ma una domanda nasce spontanea: rileggendo i giornali dei giorni in cui si discuteva del lodo Alfano e del “blocca-processi” collegato al pacchetto sicurezza, e i soloni del Pd si indignavano da mane a sera contro le leggi ad personam, Veltroni e i suoi riescono ancora a guardarsi allo specchio? Già, perché a noi l'idea che le garanzie dei cittadini possano essere rafforzate piace davvero. Ma dopo esserci sorbiti anni di moralismi contro le leggi “fatte apposta per bloccare i processi di Berlusconi”, ci pare francamente poco dignitoso continuare a prendere schiaffi sull'idea di riformare il sistema giudiziario e spellarci le mani per qualche proposta che blocchi gli arresti preventivi dei sindaci del Partito democrati