Don Carlo Gnocchi, il sacerdote dei 'mutilatini' sarà presto beato. Benedetto XVI ha infatti riconosciuto, con un decreto pubblicato oggi dalla Congregazione per le Cause dei Santi, un miracolo attribuito alla intercessione di don Gnocchi, prete e fondatore della opera 'Pro Juventute', nato a Colombano al Lambro il 25 ottobre 1902 e morto a Milano il 28 febbraio 1956. Don Gnocchi è famoso per essere stato anche uno dei promotori della donazione d'organi in Italia: le sue cornee hanno ridato la vista a due suoi ex assistiti.
Nato a San Colombano al Lambro il 25 ottobre 1902, don Gnocchi si spense a Milano a 54 anni dopo una lunga sofferenza: morendo fece dono delle sue cornee a due giovani ciechi. Cappellano militare degli alpini durante la Seconda guerra mondiale, si adoperò per alleviare le piaghe di sofferenza e di miseria provocate dal conflitto. A guerra finita, Don Gnocchi sentì come suo dovere di accorrere in aiuto di quella parte dell'infanzia che era stata colpita più duramente. Rivolse dapprima la sua opera assistenziale agli orfani degli alpini, ospitandoli nell'Istituto Arosio; successivamente dedicò le sue cure ai mutilatini e ai piccoli invalidi di guerra e civili, fondando per essi una vastissima rete di collegi in molte città d'Italia; infine, aprì le porte di modernissimi Centri di rieducazione ai bambini affetti di poliomelite.
Il Papa ha poi firmato il decreto per altri quattro analoghi riconoscimenti di miracoli che porteranno sugli altari anche il cardinale Ciriaco Maria Sanchez Hervas, arcivescovo di Toledo e primate di Spagna nei primi anni del '900, il gesuita Bernardo Francisco De Hoyos, anche lui spagnolo, il religioso del Madagascar Raffaele Rafringa e il fatebenefratello tedesco Eustachio Kugler, morto a Ratisbona nel 1946, un religioso che, afferma l'Ordine Ospedaliero al quale appartenne, eletto provinciale di Germania negli anni '40 "dovette affrontare tutte le difficoltà del nazismo e di una guerra feroce e disumana".