Praga, 16 gennaio 2009. Davanti al museo nazionale c’è una piccola pattuglia di italiani. Un ambasciatore, un ministro, un pugno di giornalisti arrivati da Roma. Il ministro della Gioventù, Giorgia Meloni, ha un mazzo di fiori in mano. L’ambasciatore Pigliapoco viene accolto da un rappresentante del governo ceco. Dopo pochi minuti arriva un ragazzo incappottato. È il più giovane ministro d’Europa Ondrej Liska, omologo della Meloni nel governo ceco. La delegazione improvvisa una cerimonia semplice deponendo il mazzo su un cippo molto semplice, che emerge dal marciapiede, con una croce di bronzo e una scritta incisa sopra. È il nome di uno studente che ha dato la sua vita contro il totalitarismo: sono quarant’anni, proprio oggi. Il tono è informale. Non ci sono fanfare, picchetti, discorsi ufficiali.
La Meloni depone i fiori sul cippo, e dice al suo collega, in inglese: «Noi siamo qui, oggi, per ricordare un ragazzo cecoslovacco che è diventato un simbolo di libertà per i giovani di tutta Europa. E abbiamo un’idea da condividere. Ci piacerebbe dare vita a una iniziativa italo-ceca, da proporre a tutti i governi dell’Unione: dare vita a un concorso europeo per giovani artisti che intendano dedicare un monumento a Jan Palach. Ed esporre queste opere in piazza San Venceslao, nell’anniversario della morte di Jan». Liska è giovane anche nei modi. Ha sposato un’italiana, non ama il burocratese. Risponde quasi subito: «Sono qui perché ho molto apprezzato la vostra iniziativa. L’idea mi pare molto interessante. Facciamolo».
Per un’intera stagione Jan è stato il simbolo della rivolta per tutto il paese. Questa mattina, attorno alla targa, in piazza, ci sono delle persone con i capelli bianchi e dei cartelli in cecoslovacco appesi al collo. Li guardi bene: uno di loro è Mario Capanna. Sono venuti qui anche loro, gli ex sessantottini italiani, «Per non dimenticare» Ha ragione il giovane ministro ceco, quando dice alla Meloni: «Avete fatto un gesto importante».
Nell’università che Jan frequentava il ricordo invece è vivissimo. I professori e i ragazzi hanno curato un volume enciclopedico, c’è il suo carteggio, c’è la sua tessera universitaria. E poi le foto dei funerali, epici, partecipati da quasi duecentomila persone. Davanti ai pannelli di questa mostra, il ministro della gioventù spiega il suo progetto: «Costruire una vera identità europea, significa essere consapevoli della storia europea, anche al di fuori dei confini nazionali. Quindi per noi Palach è sicuramente, un patriota cecoslovacco, ma anche un simbolo attuale e vivo di tutti i giovani europei. È un simbolo di libertà, di ribellione, di coraggio generazionale».
Così fu, anche se quel seme ci ha messo venti anni a germogliare. Sarebbe davvero bello, se nel prossimo anniversario, il concorso di cui i due giovani ministri parlano di fronte a una croce di bronzo piantata nell’asfalto, potesse diventare una realtà. E far bruciare ancora, questa volta solo nella creatività artistica e nell’immaginario, le coscienze dei ragazzi di un intero continente.
Articolo di Luca Telese tratto da Il Giornale n. 3 del 2009-01-19
.........Noi auspichiamo vivamente che i due giovani Ministri della Gioventù, quello italiano e quello ceco, possano l'anno prossimo, nel 41° Anniversario dfella morte di Palach, insieme inaugurare un Monumento a Jan Palach, frutto di un grande concorso internazionale di giovani artisti. Noi ci saremo, per testimoniare la nostra solidarietà e il nostro imperituro omaggio alla Memoria del giovane Eroe che si sacrificò in nome della gioventù di tutto il mondo.